È un animale molto piccolo, ma è il più abbondante crostaceo del mondo, vive nelle acque oceaniche e da lui dipende l’ecosistema marino antartico. Scopriamone insieme i segreti, con un tuffo alla scoperta di 10 curiosità sul krill.
1. Chi sono i krill?
Il termine norvegese “krill”, che letteralmente significa “piccolo avannotto di pesce”, è utilizzato per indicare diverse specie di organismi marini invertebrati che appartengono all’ordine Euphausiacea. Sono crostacei molto piccoli, in genere lunghi 1-2 cm, che possono raggiungere al massimo 15 cm e sono distinguibili dagli altri componenti del loro taxon grazie alla presenza di branchie esterne piuttosto evidenti. Vivono nelle acque oceaniche, soprattutto in quelle fredde e polari, e ne esistono 85 specie, ma quelle più conosciute sono il krill antartico (Euphausia superba), il krill pacifico (Euphausia pacifica) e quello del Nord (Meganyctiphanes norvegica).
2. Il ciclo di vita del krill
Il ciclo di vita del krill è complesso, influenzato dalle condizioni ambientali. La fecondazione avviene in tarda primavera e in estate nel continente antartico. Le uova, trasportate dalla femmina della specie, vengono rilasciate nelle acque superficiali per poi sprofondare nell’oceano, dove si schiudono. I nauplii che ne fuoriescono vengono trasportati dalle correnti verso nord, intraprendendo il proprio sviluppo attraverso diversi stadi. I krill sono erbivori e si nutrono soprattutto di fitoplancton. In primavera si cibano delle alghe contenute nel ghiaccio marino, dove i cristalli si consolidano, imprigionando cellule fitoplantoniche. Il krill utilizza quindi il ghiaccio marino come fonte di cibo, ma anche come riparo dai predatori, nascondendosi al di sotto di esso.
3. Il ruolo del krill nell’ecosistema
Nonostante le piccole dimensioni, il krill è un animale con un ruolo estremamente importante per due motivi:
- è un elemento chiave della catena alimentare marina, poiché compone lo zooplancton, cibo vitale per animali come balene, foche o pinguini, che quindi dipendono dal piccolo krill;
- ha un ruolo fondamentale nel ciclo di carbonio poiché, cibandosi di fitoplancton che assorbe anidride carbonica, cattura CO2. Il carbonio così assorbito viene immagazzinato nell’esoscheletro di questi crostacei e in parte nei loro residui fecali, raggiungendo in entrambi i casi le profondità marine, dove il carbonio potrà rimanere stoccato per lungo tempo. I krill, essendo molto numerosi nell’oceano, sono quindi in grado di influenzare la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera. Infatti, il krill antartico è la specie più abbondante della Terra e si stima che ce ne siano più di 400 milioni di tonnellate.

Krill antartico – foto di Uwe Kils via Wikipedia
3. La bioluminescenza
I krill sono in grado di emettere luce propria, sono cioè animali bioluminescenti. La bioluminescenza è un fenomeno che avviene per via di particolari reazioni chimiche in cui l’energia chimica viene convertita in energia luminosa. La luce è emessa da organi chiamati fotofori e il krill probabilmente acquisisce composti luminescenti grazie alla dieta, che include dinoflagellati bioluminescenti.
5. Gli usi “antropici” del krill
Il krill è da lungo tempo utilizzato in acquacoltura, come cibo di allevamento, ma negli ultimi anni viene anche adoperato nell’industria degli integratori alimentari, in particolare per produrre l’olio di krill. Questo viene promosso per i benefici che apporterebbe al cuore e al cervello, essendo fonte di proteine e acidi grassi omega-3 e viene indicato come alternativa più sostenibile alle pillole di olio di pesce. In Giappone e in Russia viene consumato anche direttamente come cibo umano.

Perle di olio di krill – foto via Canva
6. La pesca eccessiva del krill
La pesca commerciale del krill si concentra soprattutto nell’oceano Antartico e in Giappone e negli ultimi anni è diventata più intensa, anche a causa dell’aumento della domanda dei prodotti a base di krill. Si teme che si stiano raggiungendo i limiti previsti per la sua cattura. Per garantire la sostenibilità e l’equilibrio dell’ecosistema, si stabiliscono infatti dei limiti alla pesca, in modo che nell’oceano si mantenga una quantità di krill tale da garantire che vi sia una popolazione riproduttiva adeguata. La zona di pesca 48 (corrispondente all’Atlantico e Antartico) è importante per l’alta presenza di krill ed è una delle aree in cui la CCAMLR (Commission for the Conservation of Antarctic Marine Living Resources) ha fissato un limite di pesca di 620.000 tonnellate all’anno. Il rispetto di queste soglie è tuttavia al limite.
7. Le minacce per il krill
La sopravvivenza del krill è dunque minacciata da diversi pericoli e alcuni scienziati stimano che le popolazioni della specie antartica sia diminuita dell’80% dagli anni ’70, declino che è dovuto a cause ambientali e antropiche. La crescente domanda di prodotti a base di krill induce ad una pesca eccessiva da parte di alcuni paesi, che superano i limiti sostenibili di pesca, rischiando di ridurre la quantità di krill negli oceani. Essendo un animale fondamentale nella catena alimentare, la sua ridotta presenza può alterare l’equilibrio ecosistemico, minacciando la sopravvivenza delle specie che si cibano di esso. Un’ulteriore minaccia è rappresentata dal cambiamento climatico, che tra le sue conseguenze include anche lo scioglimento del ghiaccio marino, elemento importante per la sopravvivenza del krill, che si nutre delle alghe che vi crescono al di sotto.

Krill del Nord – foto di Øystein Paulsen via Wikipedia
8. Il krill che ha cibato l’esercito sovietico
Tra il 1960 e il 1990, l’esercito Sovietico è stato sostenuto da una dieta a base di krill. I sovietici erano a conoscenza delle proprietà nutritive di questo animale, che poteva contribuire a soddisfare il fabbisogno nutritivo dei soldati. Il krill veniva quindi inscatolato per mantenerlo per lungo tempo.
9. Il piccolo krill visibile dallo spazio
Il krill ha un comportamento gregario. La specie antartica, per compensare l’incapacità di nuotare contro le correnti superficiali, si muove formando densi sciami che possono estendersi anche oltre i 100 km2, con una profondità capace di raggiungere fino a 100 metri, tanto da essere sono visibili dallo spazio.

Sciame di krill in mare – foto via Canva
10. La biomassa del krill
Nonostante siano così piccoli, la biomassa di krill (intesa come la massa di organismi biologici viventi in un’area) è di circa 500 milioni di tonnellate, il doppio di quella umana. Questo rende il krill una delle più grandi biomasse della Terra.
Bibliografia:
- https://www.mna.it/sites/default/files/in_antartide/krill.pdf
- https://marbreriedelacotedazur.com/it/ccamlr-3/
- https://fish-commercial-names.ec.europa.eu/fish-names/area_it?code=48
- https://www.qrillaqua.com/blog-and-news/five-fun-facts-on-krill
- https://www.wwf.org.uk/learn/fascinating-facts/antarctic-krill