Scopriamo insieme obiettivi e fasi di sviluppo del progetto Portofino Seaweed Garden, il giardino sommerso custodito e monitorato dalla comunità outdoor di Portofino.
Finanziato dalla European Outdoor Conservation Association (EOCA) tra 280 progetti internazionali, Portofino Seaweed Garden vuole essere una vetrina sul Mediterraneo per l’alga bruna Ericaria amentacea (ex Cystoseira amentacea), tramite la creazione di un vero e proprio giardino sommerso custodito e monitorato dalla comunità outdoor di Portofino.
I nomi delle specie possono cambiare
La nomenclatura delle specie può cambiare grazie soprattutto alle nuove tecniche di tipo genetico/molecolare, che possono riclassificare la Specie e addirittura il Genere di un organismo.
Per l’alga bruna che comunemente conosciamo come Cystoseira amentacea, ultimamente è stato rivisto tutto il genere: quella che era Cystoseira, adesso chiamata Cystoseira sensu latu, è stata divisa in tre generi. Alcune specie sono rimaste con il genere Cystoseira, altre Gongolaria e altre Ericaria.
Tradizionalmente, genere e specie degli organismi venivano classificati in base soprattutto alla morfologia dell’organismo, in questo caso del tallo algale, oggi invece abbiamo delle ulteriori tecniche che ci vengono in aiuto e ci permettono di approfondire e migliorare la classificazione degli organismi.
Dunque, l’alga bruna che conoscevamo come Cystoseira amentacea ha cambiato nome in Ericaria amentacea, grazie appunto ad ulteriori analisi di tipo genetico/molecolare.

Cystoseira amentacea (C.Agardh) Bory Karakonero, Rhodes Isl., Greece, January 2006, 1m deep
© Kostas Tsiamis
Ericaria amentacea: la piccola foresta costiera del Mar Mediterraneo
Ericaria amentacea è un’alga bruna tipica delle coste rocciose del Mediterraneo, che ama le onde, la luce del sole e vive poco sopra e poco sotto la superficie del mare, fino ai 5 metri di profondità. Proprio come un albero sulla terraferma, si riproduce nella bella stagione e perde i suoi ramoscelli in autunno. È un’alga perenne, può vivere più di 2/3 anni e si presenta come un grosso “cespuglio” cespitoso, le cui fronde hanno dimensioni medie comprese tra i 20 e 35 centimetri. È in grado, come molte altre alghe, di formare un vero e proprio “tappeto vegetale”, prevalentemente su fondali bassi, illuminati e battuti dalle onde, che rappresenta un habitat specifico per molti organismi. Le sue fronde infatti, fitte come quelle di una foresta, supportano un’elevatissima biodiversità. Ericaria amentacea è considerata, insieme ad altre alghe e fanerogame marine, una custode della biodiversità costiera. Tra le sue fronde molluschi, piccoli vermi, crostacei ma anche pesci trovano cibo, riparo e un ambiente tranquillo dove deporre le proprie uova.
Nascosti e riparati tra le sue fronde possiamo trovare il Tordo ocellato (Symphodus ocellatus), il Tordo verde (Symphodus roissali), le Bavose (Blennidi) o “pesci con le corna”, il Granchio favollo (Eriphia verrucosa), il Granchio corridore (Pachygrapsus mormoratus), l’Hidroides elegante (Hydroides elegans) e tanti altri organismi. Maggiore infatti è la biodiversità costiera, maggiore sarà la capacità del mare di far fronte a disturbi come i cambiamenti climatici.

Foto di Tommaso Orlandi
Il respiro della costa rocciosa
Il 50% dell’ossigeno che respiriamo proviene dal mare e il 25% di CO2 in eccesso presente nell’atmosfera è riassorbito proprio dal mare, aiutandoci a mitigare i cambiamenti climatici. Ericaria amentacea fa parte di questo immenso motore blu ed è, inoltre, in grado di catturare e trattenere la CO2 in eccesso dall’atmosfera, attraverso la fotosintesi e sotto forma di “blue carbon”, agendo come un vero “pozzo di carbonio”. Il “blue carbon”, carbonio blu, è il termine per definire il carbonio che viene catturato dagli ecosistemi oceanici e costieri di tutto il mondo.
Nel mare questi ritmi biologici sono molto più veloci rispetto alle foreste sulla terraferma e, di fronte ad eventuali disturbi, hanno una grande capacità di resilienza.
L’oceano, le foreste e le coste forniscono un modo naturale per ridurre l’impatto dei gas serra sul nostro pianeta, attraverso il sequestro (o l’assorbimento) di CO2. La maggior parte del carbonio assorbito da questi ecosistemi quindi è immagazzinato sotto terra, dove non possiamo vederlo, ma è ancora lì. È necessario quindi continuare a proteggere e ripristinare questi ecosistemi, in quanto sono una valida strategia per mitigare i cambiamenti climatici.

foto aerea Punta Chiappa di ROC-POP LIFE
Tutela e conservazione di Ericaria amentacea
Ericaria amentacea è una specie particolarmente sensibile ad alterazioni ambientali, che ne possono causare una rapida regressione. Le popolazioni Mediterranee, infatti, si sono recentemente ridotte a causa soprattutto della perdita ed alterazione dei suoi habitat e alla presenza di inquinanti chimici nel mare. Una piccola variazione di salinità, luce o azione delle onde può ridurre drasticamente la sopravvivenza di queste foreste.
Ericaria amentacea, quindi, è sotto sorveglianza in quanto definita dalla IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) “specie vulnerabile”: la mancanza di adulti che producono reclute e le limitate capacità di dispersione ne ostacolano la ricolonizzazione naturale. La specie risulta quindi affrontare un rischio molto elevato di estinzione in natura. Per questo motivo, le popolazioni Mediterranee di Ericaria amentacea sono sotto sorveglianza da molti enti internazionali tra cui: IUCN, RAC/SPA e MedPAN.
Tutte le specie fanno parte di un Habitat di Interesse Comunitario: le diverse specie sono utilizzate per la definizione di Natura 2000, Habitat 1170 e sono specie prioritarie in SPAMI. In Italia, un progetto molto importante nato per promuovere il miglioramento della biodiversità marina mediante il ripristino della popolazione di Ericaria amentacea è il progetto ROC-POP Life, che mira a innescare il rimboschimento di questa alga bruna all’interno di alcune Aree Marine Protette italiane, in particolare Cinque Terre e Miramare.

Foto di Tommaso Orlandi
Obiettivi e fasi del progetto
Il Portofino Seaweed Garden si pone alcuni obiettivi principali:
- Ripristino delle popolazioni di E. amentacea tramite l’impianto di talli giovanili dell’alga all’interno di un sito scelto dell’Area Marina Protetta di Portofino, per la creazione di un vero e proprio giardino sommerso.
- In un’ottica di Marine Citizen Science, sensibilizzare e coinvolgere la comunità outdoor di Portofino nel ripristino, monitoraggio e protezione delle foreste di alghe Ericaria, proprio mediante la creazione del “giardino sommerso”, tramite l’utilizzo dello sport outdoor marino (Kayak, SUP, snorkeling e coasteering) come collante tra sport, natura e scienza.
- Sviluppo di un protocollo di monitoraggio “ad hoc” per la comunità outdoor di Portofino, per riuscire a coinvolgere al meglio le persone durante le fasi di monitoraggio della crescita delle alghe.
- Far diventare il Portofino Seaweed Garden una guida per altre realtà sul territorio su come comunicare, salvaguardare e ripristinare quest’alga attraverso il coinvolgimento delle comunità outdoor locali.
Il progetto è strutturato principalmente in 3 fasi:
1. Raccolta degli apici:
A bordo di kayak siamo andati a raccogliere alcune “talee” di E. amentacea nel versante orientale di Punta Chiappa, zona B dell’Area Marina Protetta di Portofino. Assicurandoci di non calpestare la già presente e rigogliosa foresta di E. amentacea – mi raccomando di stare sempre attenti quando si cammina sugli scogli! -, abbiamo raccolto solo alcuni apici che poi abbiamo portato in laboratorio.

foto di Tommaso Orlandi
2. Crescita in laboratorio:
Gli apici sono stati adagiati su piccoli dischetti di argilla, dove poi sono cresciuti i gameti che sono diventati piccole alghe. Durante la settimana abbiamo controllato parametri importanti per la crescita come i nutrienti, l’irradianza delle lampade a led, la temperatura e il ricambio di acqua all’interno delle vasche.

Foto di Edoardo Batistini
3. Impianto e monitoraggio:
Una volta che le alghe sono cresciute abbastanza, sono state impiantate in un sito all’interno dell’Area Marina Protetta di Portofino, in particolare nella Baia di Paraggi sotto il Castello Bonomi, zona C dell’Area Marina Protetta. Successivamente, è iniziata la fase di monitoraggio e controllo della crescita delle alghe, con l’aiuto della comunità outdoor di Portofino.

Foto di di Paola Sottanis
Restoration e citizen science
Per la fase di monitoraggio, abbiamo sviluppato un protocollo “ad hoc” per quest’alga, in un’ottica di Marine Citizen Science.
La Citizen Science indica un complesso di attività collegate ad una o più ricerche scientifiche (di vario ambito), a cui possono partecipare tutti i cittadini. Nonostante sia meno popolare della controparte terrestre, la citizen science in ambiente marino sta diventando una metodologia di raccolta dati sempre più riconosciuta per esplorare un ambiente così vasto e profondo come il mare. Con la giusta formazione e gli strumenti adeguati, queste attività possono diventare delle vere e proprie spedizioni scientifiche di campionamento e monitoraggio (Earp & Liconti 2019).

Foto di di Paola Sottanis
Il protocollo di monitoraggio prevede di scattare delle foto alle piastrelle di E. amentacea in crescita e caricarle all’interno di un breve questionario online seguendo e rispondendo a delle semplici domande: nome e cognome, e-mail, data e ora del monitoraggio, come hai raggiunto il giardino? com’è il meteo? come trovi il mare? noti altre particolarità? quale altra flora e fauna noti nel giardino?
Il questionario con le risposte salvate e tutte le foto caricate sono state in seguito segnate per essere processate tramite il programma Fiji per stimarne il ricoprimento percentuale. Per accedere al questionario basta entrare direttamente nel sito del progetto o inquadrare il QR code posizionato sul pannello illustrativo presente sullo scoglio, che riporta alla pagina del sito per compilare il questionario.

Il pannello presente sullo scoglio con le indicazioni per contribuire al progetto
I dati che vengono raccolti tramite progetti di citizen science sono numerosi, accurati e presentano una scala temporale e geografica molto ampia: infatti questi dati non sono solo importanti per supportare la ricerca ma, coinvolgendo attivamente le persone e rendendole partecipi alle attività di conservazione marina, supportano anche una progressiva ‘alfabetizzazione’ all’Oceano, promuovendo la cosiddetta Ocean Literacy (Earp & Liconti 2019).
Portofino Seaweed Garden è proprio questo: far conoscere lo stato, l’importanza e i problemi del mare, viverlo e aiutarlo sul campo. Tutto questo porta i cittadini scienziati a diventare ambasciatori consapevoli dell’influenza del mare sulle nostre vite e, di conseguenza, della nostra influenza sul mare.

Trasporto piastrelle in kayak
BIBLIOGRAFIA
- Appunti Biologia marina corso “Botanica marina applicata” di Pistocchi Rossella, Università di Bologna, Campus di Ravenna.
- Appunti Biologia marina corso “Ecosistemi marini naturali ed urbanizzati” di Airoldi Laura, Università di Bologna, Campus di Ravenna.
- Earp Hannah S, e Arianna Liconti. 2020. Science for the Future: The Use of Citizen Science in Marine Research and Conservation. In YOUMARES 9 – The Oceans: Our Research, Our Future, a cura di Simon Jungblut, Viola Liebich, e Maya Bode-Dalby, 1–19. Cham: Springer International Publishing.
- Falace Annalisa, Sara Kaleb, Gina De La Fuente, Valentina Asnaghi, e Mariachiara Chiantore. 2018. Ex Situ Cultivation Protocol for Cystoseira Amentacea Var. Stricta (Fucales, Phaeophyceae) from a Restoration Perspective. A cura di Cristina Linares. PLOS ONE 13, n. 2.
- Schindelin Johannes, Ignacio Arganda-Carreras, Erwin Frise, Verena Kaynig, Mark Longair, Tobias Pietzsch, Stephan Preibisch, et al. 2012. Fiji: An Open-Source Platform for Biological-Image Analysis. Nature Methods 9, n. 7: 676–82.
- Kelly Rachel, Aysha Fleming, Gretta T. Pecl, Julia von Gönner e Aletta Bonn. 2020. Citizen Science and Marine Conservation: A Global Review. Philosophical Transactions of the Royal Society B: Biological Sciences 375, n. 1814.
Autore: Edoardo Batistini, Tirocinante presso Outdoor Portofino (giugno-settembre 2021) e Laureando Magistrale in Biologia Marina