Scienziati di tutto il mondo vedono nell’oceano lo strumento migliore per contrastare i cambiamenti climatici. Ma da dove derivano questi poteri?
L’oceano ricopre più del 70% della superficie terrestre e contiene circa il 97% di tutta l’acqua presente nel pianeta Terra. Grazie agli organismi che lo abitano, l’oceano produce più del 50% dell’ossigeno che respiriamo ogni giorno. In aggiunta, ogni anno assorbe più del 30% del biossido di carbonio in eccesso, ovvero quello emesso dalle attività antropiche. Ma le sue proprietà non finiscono qui, dalla Rivoluzione Industriale ad oggi, l’oceano ha assorbito il 93% del calore emesso dai processi industriali.

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Questo enorme sforzo che l’oceano ha fatto fino ad ora per mantenere gli equilibri naturali, ha però le sue conseguenze negative. Riscaldamento della temperatura delle acque superficiali e profonde, acidificazione, deossigenazione, innalzamento del livello del mare e scioglimento dei ghiacciai sono solo alcuni dei processi che hanno preso piede e che oggi procedono ad un ritmo sempre più incalzante. Cosa succederà? Il futuro è imprevedibile, ma se noi iniziamo a cambiare rotta dirigendosi verso scelte sempre più sostenibili e consapevoli, l’oceano sarà al nostro fianco per aiutarci a ritrovare il ritmo naturale dei processi climatici.
Soluzioni: tecnologie, informazione e innovazione
L’oceano è già sede di sperimentazione e sviluppo di progetti riguardanti le energie rinnovabili, come gli impianti eolici offshore, ma le sue potenzialità sono molto più grandi, infatti se considerato nel modo corretto può soddisfare una gran parte del fabbisogno energetico mondiale. Per questo motivo c’è l’urgente necessità di includere l’Oceano e la ricerca oceanografica all’interno delle policy nazionali ed europee, come per esempio all’interno del tanto discusso European Green New Deal.
1. Energia Rinnovabile
Le onde, il vento e le correnti oceaniche sono una risorsa incredibile di energia. L’utilizzo di questa risorsa porterebbe alla riduzione delle emissioni di gas serra legate all’estrazione e combustione del carbone e del petrolio, ma allo stesso tempo permetterebbe di soddisfare il fabbisogno energetico globale.
Gli impianti eolici offshore, per esempio, producono più energia e in modo più costante rispetto agli impianti a terra. Questa differenza è data dalla diversa velocità del vento, che soffia più veloce e in maniera più costante nell’oceano.

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2. Trasporti Sostenibili
A livello globale, la maggior parte dei prodotti è trasportata via mare, compresi i nostri acquisti che provengono dalla Cina, dall’America o da luoghi altrettanto lontani come la Thailandia o la Corea. Non per nulla, la quantità di gas serra derivanti proprio dalle navi merci e dai porti commerciali risulta essere molto elevata.
Ad oggi ci sono molte alternative e iniziative sostenibili volte a rendere meno impattante il trasporto via mare. Come? Ottimizzare la velocità e la capacità delle imbarcazioni e scegliere fonti di energia meno impattanti rispetto al petrolio, come i biocarburanti e l’energia eolica.
3. Sicurezza Alimentare
L’attività di pesca risulta essere la fonte di proteine più sostenibile per il pianeta. Infatti, le risorse ittiche e le attività di estrazione a loro legate hanno un impatto ambientale, in termini di emissioni di carbonio, molto inferiore rispetto a molte risorse agricole e di allevamento.
In aggiunta, le potenzialità degli impianti di acquacoltura crescono ogni giorno di più grazie all’aumento dell’interesse e della ricerca. Gli impianti più innovativi permettono la crescita e l’allevamento contemporaneo di specie di pesci, piante e alghe direttamente nell’oceano e, se condotti nel modo corretto, possono aiutare a raggiungere gli obiettivi di sicurezza alimentare globali.

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4. Conservare gli habitat
Le mangrovie, le scogliere coralline, le lagune costiere e le foreste di Kelp, sono una risorsa chiave per catturare e immagazzinare il biossido di carbonio presente nell’atmosfera.
I progetti che hanno come obiettivo la conservazione e restaurazione di questi habitat marini, favoriscono il processo di assorbimento del biossido di carbonio, limitando così l’incremento dei processi di riscaldamento dell’atmosfera.
Ma le proprietà di questi habitat ed ecosistemi non finiscono qui. Questi habitat costieri aiutano anche a contrastare i processi di erosione, alluvioni e i grandi fenomeni climatici come uragani o tifoni.

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Per questi motivi, l’oceano sta acquistando sempre più rilevanza a livello economico e politico, tanto che il World Economic Forum a maggio 2020 ha dedicato un meeting online per discutere sulla gestione e protezione delle risorse e degli ecosistemi oceanici. Il risultato è stato quello di iniziare a vedere l’oceano come parte della soluzione alla lotta contro i cambiamenti climatici, e non solo la vittima.
Politici, scienziati e ingegneri di tutto il mondo stanno sviluppando nuove tecnologie e strategie per contrastare questo rapido e imprevedibile cambiamento. In particolare, gli obiettivi principali di sostenibilità delle agende politiche riguardano progetti di energia rinnovabile, sicurezza alimentare, trasporti green e “restoring” habitat naturali come foreste e scogliere coralline. Vedi ad esempio i progetti di Coral restauration e di protezione della foresta del Congo, Amazzonica e le mangrovie tropicali. Quello che gli scienziati chiamano “Teal Deal”, ovvero una strategia che comprende un’azione congiunta di soluzioni terrestri e oceaniche con il medesimo scopo finale.