Skip to main content

Worldrise vi porta in un tour virtuale alla scoperta del museo siciliano nato dall’impegno del biologo Carmelo Isgrò per sensibilizzare sull’inquinamento marino

Il MuMa Museo del Mare Milazzo dal 2019 sensibilizza grandi e piccini riguardo al fenomeno dell’inquinamento marino. La sua storia, però, inizia nel 2017, quando un capodoglio si spiaggiò lungo la costa di Capo Milazzo, in provincia di Messina. 

Foto via MuMa Museo del Mare Milazzo

La storia di Siso

Nell’estate del 2017 il capodoglio Siso, questo il soprannome che gli è stato dato (e più avanti scoprirete perché), venne visto nuotare con difficoltà al largo delle Isole Eolie, con una rete illegale, detta “spadara”, attorcigliata intorno alla pinna caudale. In seguito all’avvistamento, la Guardia Costiera tentò di liberarlo, ma non ci riuscì e Siso fu trovato morto qualche giorno dopo a Punta Mazza, nelle acque antistanti Milazzo.

A questo punto, il biologo marino Carmelo Isgrò, sostenuto dal Museo della Fauna dell’Università degli Studi di Messina, decise che quella morte non poteva essere vana. Con impegno e determinazione, Carmelo iniziò a scarnificare il capodoglio, immergendosi nell’acqua putrida per poter recuperare le ossa dell’animale e far sì che la sua morte non rimanesse solo un ricordo lontano. 

Dopo quasi quindici giorni di lavori, Carmelo chiede aiuto al suo migliore amico Francesco, detto Siso, per trasportare a riva le ossa dell’animale servendosi della sua barca. Neanche 24 ore dopo l’operazione di trasporto, però, Francesco perde la vita in un incidente con lo scooter. Carmelo decide così di soprannonimare il capodoglio “Siso”, in onore del suo amico Francesco, in modo che entrambi possano continuare ad avere una seconda vita. 

A partire dalle ossa di Siso, è stato ricostruito lo scheletro del capodoglio, che rappresenta l’attrazione principale attorno a cui si è sviluppato il MuMa di Milazzo, un museo per sensibilizzare verso la tutela del mare. 

Foto via MuMa Museo del Mare Milazzo

Non solo ossa

Durante il recupero delle ossa del capodoglio Siso, nello stomaco dell’animale sono stati trovati molti sacchetti di plastica e anche un vaso da giardinaggio. Siso probabilmente è quindi morto sia a causa della rete illegale attaccata alla sua coda, sia per la plastica che aveva ingerito. I rifiuti recuperati e la rete sono stati conservati e posizionati sullo scheletro, nell’esatta posizione in cui sono stati ritrovati, per far rendere conto gli osservatori di quanto siano impattanti le azioni umane sugli ecosistemi marini. 

L’obiettivo di questa installazione, infatti, è quello di sensibilizzare le persone affinché la morte di Siso possa portare a un momento di riflessione e crescita per tutt*. Il MuMa accompagna i visitatori in una sorta di viaggio spirituale, per riscoprire l’armonia tra uomo e mare attraverso scienza e arte.

Foto via MuMa Museo del Mare Milazzo

Il museo del mare

Il MuMa non ospita soltanto lo scheletro e la storia di Siso, ma anche numerose installazioni artistiche interattive, che insegnano tante curiosità sul mare e sui suoi abitanti. Il museo si articola in un percorso simbolico che dall’Inferno porta al Paradiso, ricalcando la Divina Commedia dantesca. 

L’inferno, in questo caso, è rappresentato da cumuli di rifiuti rinvenuti nella baia di Sant’Antonio, a Milazzo, e raccolti durante una pulizia della spiaggia. L’installazione rappresenta ciò che è diventato il mare a causa delle azioni umane: un inferno per flora e fauna.

Il purgatorio rappresenta lo spazio in cui redimersi, in cui imparare a conoscere il mare per amarlo e proteggerlo. Qui si trova una piccola biblioteca con libri per grandi e piccini dedicati agli ecosistemi marini. Ci sono anche vari rifiuti raccolti in spiaggia e differenziati: anche questo è un modo simbolico per espiare i propri peccati.

Infine c’è il paradiso, a cui si giunge dopo aver preso coscienza delle proprie azioni e aver cambiato il proprio modo di agire. Sono esposti i lavoretti di ragazz* delle scuole che hanno visitato il MuMa e che hanno compreso che solo conoscendo e amando il mare è possibile proteggerlo.

Foto via MuMa Museo del Mare Milazzo

Visitare il MuMa Museo del Mare Milazzo lascia lo spettatore carico di speranze per il futuro, con un messaggio volto a sensibilizzare, soprattutto i più giovani, verso l’importanza di tutelare e salvaguardare il mare e le sue meraviglie.

Bibliografia:
Autrice: Francesca Trenta

Francesca è laureata in Tutela e benessere animale e in Biologia marina. Dal 2016 si occupa di ricerche sulla fauna selvatica e di divulgazione scientifica. Se fosse un animale sarebbe una berta, sempre pronta a sfruttare il vento di nuove avventure.

Leave a Reply