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Tuffiamoci alla scoperta del Triangolo dei Coralli, della sua biodiversità e di alcune ipotesi sull’origine di questo paradiso marino.

Disteso tra le acque dell’Oceano Pacifico e Indiano si trova il Triangolo dei Coralli, uno fra i più importanti hotspot marini di biodiversità a livello mondiale. Il Triangolo dei Coralli, anche chiamato Triangolo Corallino, comprende un’area marina molto grande che si estende per circa 6 milioni di Km2 e che bagna le coste di sei differenti nazioni: Filippine, Indonesia, Malesia, Papua Nuova Guinea, Timor Leste e le Isole Salomone. 

Immagine di Obsidian Soul via Wikipedia- creata da File:WorldMap-B con Frame.png (created from DEMIS Mapserver) – Opera propria, CC BY-SA 3.0,

Un paradiso di biodiversità

Dal punto di vista biologico, questo paradiso marino ha un’importanza chiave, offrendo dimora ad una grandissima diversità di specie e di piante marine: basti pensare che il nome di questo luogo deriva dalla vasta ricchezza di specie di coralli che vi abitano. Ad oggi, infatti, nel Triangolo dei Coralli si possono contare quasi seicento diverse specie costituenti barriere coralline, circa il 76% di tutte le specie mondiali (Jen Veron 2009). Non solo, anche le specie di mangrovie e fanerogame marine, piante con organi riproduttivi, popolano il Triangolo Corallino più di qualsiasi altro angolo della terra. Nelle sue acque, inoltre, si possono trovare 6 delle 7 specie totali di tartarughe marine (Polidoro et. al 2010) e più di 2000 specie di pesci corallini diversi, ovvero il 37% di tutti i pesci corallini nel mondo (Allen 2007): si può dire che questo luogo sia una vera e propria esplosione di biodiversità. 

foto via Unsplash

La sua importanza economica  e turistica

Oltre ad essere un importantissimo hotspot di biodiversità, il Triangolo dei Coralli ricopre anche un’importanza economica e sociale chiave: le sue acque, infatti, garantiscono cibo e sostentamento economico, principalmente tramite attrazione turistica, a tutte le popolazioni costiere che vivono in vicinanza di esso (Foale et. al 2013). Ad oggi, ancora non si conoscono precisamente le motivazioni per cui le acque del Triangolo Corallino siano così ricche di vita, ma il motivo potrebbe nascere dal fatto che l’area è una regione estremamente a bassa profondità e, quindi, più facilmente raggiungibile dalla luce solare. In questo modo, molte porzioni di questo tratto di oceano vicine alla costa si trovano nella zona eufotica e possono fare affidamento su una grande illuminazione. La facile irradiazione solare ha sicuramente aiutato la vita in queste acque, ma non è l’unico motivo che spiega questa ricchezza: ad oggi, esistono tre diverse ed interessanti ipotesi per spiegare l’origine di questo paradiso marino.

Prima ipotesi: Centro di Origine

Questa teoria è stata inizialmente proposta da Ekman, zoologo svedese, nel 1953, sostenendo che il Triangolo dei Coralli sia un “centro di origine” e che, di conseguenza, la maggior parte delle specie di organismi marini che possiamo trovare al suo interno si siano originate proprio dentro a quest’area. Le cause di questo fenomeno possono essere molteplici, ma probabilmente risiedono nella caratteristica scarsa profondità di queste acque marine. Altre teorie, formulate successivamente rispetto a quella di Ekman, ritengono invece che la grande biodiversità del Triangolo dei Coralli sia il risultato di una intensa competizione tra specie diverse (Briggs 2005, Bowen et al 2013). All’interno del Triangolo dei Coralli possiamo inoltre trovare varie tipologie di piccoli ecosistemi che, nel contesto di un ecosistema così ampio, favoriscono una maggiore mescolanza genetica tra organismi. Essendo un centro di origine, queste specie si sarebbero poi disperse dall’area centrale verso aree contigue e ciò spiegherebbe il motivo per cui ci sia un maggiore numero di specie nel centro del triangolo ed un minore numero allontanandosi da esso.

Foto di Hiroko Yoshii via Unsplash

Seconda Ipotesi: Centro di sovrapposizione

Proposta per la prima volta da Woodland, zoologa americana, nel 1983, questa ipotesi trova le sue radici nella configurazione dei piatti tettonici terrestri. Secondo la studiosa, infatti, due regioni molto diverse fra loro, l’Oceano Indiano e l’Oceano Pacifico, si sono scontrate in passato e, proprio nella regione in cui si sovrappongono, è nato il Triangolo dei Coralli. Questa zona ha una maggiore ricchezza di specie perché al suo interno si possono trovare sia specie derivanti dalle acque dell’Oceano Pacifico sia specie derivanti dall’Oceano Indiano, le quali nel corso degli anni hanno dato vita ad un’ampia ricchezza genetica.

Terza Ipotesi: Centro di accumulazione

Proposta inizialmente nel 1960, la terza ipotesi si discosta leggermente dalle altre due, sostenendo che le specie originatesi al di fuori del Triangolo Corallino si siano successivamente spostate all’interno di esso. La vasta ricchezza di cibo presente in queste acque e l’abbondanza di diverse nicchie ecologiche avrebbe quindi attratto le specie al di fuori dell’area a spingersi all’interno, in cerca di un ambiente più calmo e sicuro dove rifugiarsi. 

Photo by yang wewe on Unsplash

Ad oggi sono numerose le teorie a sostegno di una ipotesi o dell’altra. Come spesso accade, però, la verità sull’origine di questo paradiso marino potrebbe trovarsi in un’unione di più teorie: si ritiene infatti che una spiegazione capace di rappresentare un punto d’incontro fra le tre potrebbe essere quella vincente. Ciò che però rimane certo, è che il Triangolo di Coralli rappresenta una delle zone più importanti nel mondo dal punto di vista della biodiversità e la sua tutela e valorizzazione, così come per il resto dell’Oceano, sono di estrema importanza per garantire un futuro sicuro alle migliaia di specie di organismi che popolano le sue acque.

Bibliografia:
  • Veron, John EN, et al. “Delineating the coral triangle.” Galaxea, Journal of Coral Reef Studies 11.2 (2009): 91-100.
  • Polidoro, Beth A., et al. “The loss of species: mangrove extinction risk and geographic areas of global concern.” PloS one 5.4 (2010): e10095.
  • Allen, Gerald R. “Conservation hotspots of biodiversity and endemism for IndoPacific coral reef fishes.” (2008).
  • Foale, Simon, et al. “Food security and the coral triangle initiative.” Marine Policy 38 (2013): 174-183.
  • Ekman, S. 1953 Zoogeography of the sea. Sidgwick and Jackson, Ltd., London
  • Briggs, John C. “Coral reefs: conserving the evolutionary sources.” Biological Conservation 126.3 (2005): 297-305.
  • Bowen, Brian W., et al. “The origins of tropical marine biodiversity.” Trends in ecology & evolution 28.6 (2013): 359-366.
  • Woodland, D. J. “Zoogeography of the Siganidae (Pisces): an interpretation of distribution and richness patterns.” Bulletin of marine science 33.3 (1983): 713-717.
Autore: Federico Gigli

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