Nel mese che promuove l’eliminazione della plastica monouso, il blue corner virtuale di Worldrise ha approfondito con Federica Albertin, esperta di sostenibilità, alcune tematiche legate all’utilizzo consapevole della plastica. Ripercorriamole insieme!
Siamo al giro di boa di questo mese estivo, che ogni anno torna con la sua tradizione tutta green: si tratta del Plastic Free July, un’iniziativa globale volta a ridurre il consumo di plastica monouso nella nostra vita quotidiana.
È il 2011 quando in Australia Rebecca Prince-Ruiz, poi fondatrice della Plastic Free Foundation, si riunisce con un pugno di persone con l’obiettivo comune di liberare il mondo dalla plastica: a distanza di 10 anni la campagna si è evoluta in una no-profit indipendente, contribuisce al raggiungimento di alcuni degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e ha creato uno dei movimenti ambientali più influenti al mondo, al grido dell’hashtag #choosetorefuse.
Quest’anno, poi, in Europa abbiamo raggiunto un traguardo importante: grazie alla nuova direttiva europea SUP (Single Use Plastic) dal 3 luglio non si possono più produrre alcuni prodotti in plastica monouso, tra cui cannucce, cotton fioc, piatti e posate, palette da cocktail, bastoncini dei palloncini, contenitori per alimenti e bevande in polistirolo.
Durante i Blue Corners ospiti delle storie del profilo Instagram di Worldrise abbiamo dedicato diversi approfondimenti al Plastic Free July. Vediamo un breve riassunto.
Cos’è?
Il Plastic Free July è, ad oggi, un movimento globale che mira a sensibilizzare sull’uso della plastica, specialmente quella monouso. Nasce come una challenge, quella di produrre meno rifiuti in plastica possibile per tutto il mese di luglio, sfidandosi a trovare alternative plastic free ed ecologiche. È quindi un’iniziativa senza scopo di lucro, che mette al centro il consumatore e che invita a una riflessione sul proprio stile di vita: “be part of the solution”, recita il claim della campagna. Ad oggi, sono “parte della soluzione” 326 milioni di persone provenienti da 177 paesi diversi, che hanno deciso non solo di partecipare a questa challenge, ma anche di intraprendere un percorso di vita fatto di scelte alternative.
Perchè?
La plastica è un materiale con caratteristiche straordinarie, nato per durare nel tempo. Il problema sorge quando si è passati dal produrre 15 milioni di tonnellate di plastica negli anni ’60, ai 310 milioni attuali: ne consumiamo troppa. Ma non solo: il 40% dei prodotti in plastica viene utilizzato una sola volta.
Il risultato è che ogni anno riversiamo nei nostri mari 8 milioni di tonnellate di plastica, che non si decompongono ma, anzi, si raccolgono in zuppe di plastica (la più grande e tristemente famosa è la Great Pacific Garbage Patch) e si frammentano in micro e nanoplastiche, inabissandosi nei fondali marini ed entrando a far parte della catena alimentare di numerosi animali.
Riciclare la plastica è fondamentale, ma non è la soluzione: attualmente al mondo ricicliamo solo il 9% di questo materiale, mentre il 12% viene incenerito. Molte tipologie di plastica, come poliaccoppiati, plastiche miste e ciò che non è imballaggio sono difficilmente riciclabili e il processo potrebbe essere più costoso e dispendioso che ripartire dalla materia vergine. Purtroppo il 79% della plastica che utilizziamo finisce in discariche a cielo aperto, inquinando terra, fiumi e mari e rappresentando, di conseguenza, una grave minaccia per la salute di animali, piante e persone.
Plastiche e microplastiche sono arrivate ovunque, anche sulla nostra tavola: senza nemmeno accorgercene, rischiamo di ingerire circa 5 grammi di plastica a settimana, ovvero l’equivalente di una carta di credito.
È stato stimato, inoltre, che se continuiamo a produrre e consumare plastica con i ritmi attuali, è possibile che nel 2050, a parità di peso, nei nostri mari ci sarà più plastica che pesce.

Foto di Naja Bertolt Jensen via Unsplash
Come?
Occorre rivalutare l’uso che facciamo della plastica e ripartire dalla regola delle 5 R:
- RIDURRE: riduciamo il consumo di plastica e la produzione di rifiuti, a partire dall’origine;
- RIUTILIZZARE: riutilizziamo la plastica in modo che ogni oggetto abbia una nuova vita;
- RICICLARE: smaltiamo correttamente i prodotti, per permettere il riciclo della materia prima in maniera ottimale;
- RACCOGLIERE: in spiaggia, in montagna o per le strade delle nostre città, raccogliamo i rifiuti plastici dispersi e smaltiamoli negli appositi contenitori della raccolta differenziata;
- RACCONTARE: facciamo sapere ad amici, parenti, grandi e piccini l’importanza di un utilizzo corretto della plastica, per imparare ad amare e rispettare il mare.
Ecco qualche spunto pratico per affrontare al meglio questo mese plastic-free:
- Bando ai sacchetti monouso: ricordiamoci la shopper di tela! È molto più comoda e resistente di una borsa di plastica e può essere riutilizzata infinite volte.
- Utilizziamo la borraccia, evitando le bottiglie in plastica. Possiamo scegliere di consumare l’acqua direttamente dal rubinetto, inserendo dei filtri, oppure di recarci alle casette dell’acqua, dove disponibili.
- No agli imballaggi: per esempio, quando facciamo la spesa scegliamo prodotti sfusi oppure optiamo per il vuoto a rendere.
- Esistono moltissimi prodotti per il beauty packaging-free: solidi oppure refill, che ci permettono di evitare i flaconi. Lo stesso vale anche per i detersivi.
- Per non disperdere in lavatrice le microplastiche derivanti dai tessuti sintetici, durante i lavaggi utilizziamo la guppyfriend, un sacchetto in tela che riduce la quantità di microfibre rilasciate in acqua dai nostri indumenti.
- Informiamoci: il vero cambiamento nasce dalla consapevolezza!
FONTI:
- I numeri della plastica nel mondo, report 2019
- ‘No Plastic in Nature: Assessing Plastic Ingestion from Nature to People’ condotta dall’Università di Newcastle e commissionata dal WWF