Skip to main content

Le spiagge hanno origini e storie geologiche diverse e ognuna presenta caratteristiche uniche. Partiamo per un giro del Mediterraneo alla scoperta di quelle più particolari!

È finalmente tornata l’estate! Questa stagione, per la maggior parte degli italiani, è sinonimo di nuotate e di relax in spiaggia: circa il 60% della popolazione, infatti, ogni anno sceglie il mare come meta per le proprie vacanze. Ma, quando stendiamo il telo o costruiamo un castello di sabbia, sappiamo da dove arrivano i granelli che oggi sono sotto ai nostri piedi? In questo articolo Worldrise vi porterà alla scoperta delle diverse origini delle spiagge del Mar Mediterraneo!

Foto di Nick Karvounis via Unsplash

NATE DAI MONTI

La maggior parte delle spiagge della nostra penisola nascono in montagna, poiché sono formate dal materiale eroso dai fiumi che viene portato a valle. All’arrivo al mare, le correnti possono spostare la sabbia anche parallelamente alla costa e ciò permette un trasporto per centinaia di km lungo il litorale.

Le catene montuose, però, non sono tutte uguali e tale eterogeneità si riflette nella composizione delle spiagge. Vediamo insieme alcuni esempi!

LIGNANO… DALLA SABBIA D’ORO

Era il 1931 quando l’associazione degli Alberghi Riuniti di Lignano aggiunse la dicitura “Sabbiadoro” al nome del paese a scopo promozionale: mai aggettivo sarebbe stato più indicato per pubblicizzare la località. Il colore dorato delle spiagge è causato dai sedimenti provenienti dalle Alpi Orientali: il fiume Tagliamento, infatti, trasporta i calcari chiari erosi dalle Dolomiti fino all’Adriatico, dove si accumulano lungo la costa. Carbonato di calcio e carbonato di magnesio rappresentano ben l’85% della composizione mineralogica del litorale, unico nel suo genere.

Sempre calcari, stavolta di origine appenninica, sono quelli delle spiagge chiare marchigiane: i sedimenti vengono portati da corsi d’acqua come l’Esino e il Chienti e si raccolgono lungo la riviera del Conero formando le bellissime spiagge di Numana.

Lignano Sabbiadoro – foto via Canva

IL LUNGO CORSO DEL PO

Le spiagge attorno al delta del Po sono invece costituite da granelli di origine differente: il bacino idrografico di questo fiume, infatti, raccoglie materiale sia dalle Alpi che dagli Appennini settentrionali. I flussi sedimentari dei numerosi affluenti si mescolano a quelli del corso d’acqua principale, facendo aumentare la complessità della materia trasportata. La costa nord dell’Emilia-Romagna è dominata da sabbie grigie, provenienti dall’arco alpino, mentre scendendo verso sud il contributo dei sedimenti appenninici si fa più rilevante. A Rimini, ad esempio, una frazione consistente del sedimento arriva grazie al Marecchia e si muove verso nord a causa del moto ondoso. 

UN MIX DI SEDIMENTI VERDI E CHIARI

Anche numerose spiagge tirreniche sono state formate dall’azione dei fiumi. Un caso emblematico è quello del fiume Magra, che sfocia in provincia di La Spezia e porta al mare anche i sedimenti del Vara, proveniente dall’Appennino Ligure. Su queste montagne sono presenti rocce scure, come le ofioliti, che arricchiscono il corso d’acqua di materiale di colore verdastro. Una volta arrivate al mare, tali sabbie sono spinte a sud fino a Marina di Pietrasanta (Lucca), dove incontrano i sedimenti più chiari provenienti dall’Arno che sono stati spinti verso nord dalle correnti. Negli spostamenti vengono lasciati indietro i granuli più grossi ed è per questo motivo che a Marina di Pietrasanta la sabbia è così fine: lì, infatti, convergono solo i granelli più piccoli e leggeri sia del Magra che dell’Arno.

UNA SPIAGGIA… SONORA!

Il quarzo è uno dei minerali più diffusi nelle rocce e la sua abbondanza si riflette anche sui litorali della nostra penisola. Alcune spiagge sono completamente formate da granuli di quarzo: una di queste è la spiaggia di Cala Violina (Grosseto), chiamata così per il suono creato dalle onde quando si infrangono sulla battigia. La presenza totalitaria del minerale è dovuta alla sua resistenza all’erosione: ciò ha permesso a questo materiale di rimanere nella caletta quando invece tutti gli altri sono stati portati via dagli agenti naturali. La mancanza di altri apporti ha evitato che i materiali erosi venissero rimpiazzati, lasciando solo il quarzo con il suo effetto sonoro.

Cala Violino – foto di Sara Parigi

Le spiagge bioclastiche

Per il colore di alcune spiagge non dobbiamo ringraziare il trasporto fluviale, bensì le conchiglie e i gusci di alcuni organismi marini, frammentati dall’azione delle onde. È il caso delle spiagge bianche di Porto Cesareo e di Pescoluse, in provincia di Lecce, e della spiaggia di Budelli in Sardegna. Quest’ultima, in particolare, presenta una colorazione rosata dovuta ai gusci di Miniacina miniacea, un foraminifero che vive nelle praterie di Posidonia e arriva sulla costa con i resti della pianta. Anche a Elafonissi, sull’isola di Creta, è presente una spiaggia di sabbia rossa, il cui colore è dovuto ai frammenti delle conchiglie che la costituiscono. Come Miniacina, anche questi molluschi trovano rifugio e nutrimento nelle praterie di fanerogame: la Posidonia risulta essere, dunque, di fondamentale importanza per rifornire di materiale alcune spiagge, oltre a costituire una barriera naturale contro l’erosione.

Miniacina miniacea – foto di Etrusko25 via Wikipedia

Le spiagge nere delle Eolie

Lungo le coste del Mar Mediterraneo esistono anche numerose spiagge di colore scuro. Molte di queste sono così perché derivano dallo sbriciolamento di rocce vulcaniche, come i basalti. Hanno questa origine le spiagge di Sabbia Nera sull’isola di Vulcano e quella di Ficogrande a Stromboli. La granulometria della sabbia è solitamente fine, anche se in alcuni tratti è possibile trovare anche ghiaia e ciottoli di diverse dimensioni. L’arcipelago eoliano possiede tuttora vulcani attivi, ma spesso le sabbie scure derivano da crateri oggi spenti, come quelli laziali.

Spiaggia nera – foto via Canva

Nella tavolozza delle sabbie non potevano mancare il rosso e l’arancione! Tali tinte sono dovute alla presenza di ossidi di ferro, presenti nelle rocce arenarie, che alimentano le spiagge di questi colori. Esempi di questo tipo sono la spiaggia di Porto Ferro (SS) e Ramla Bay, sull’isola di Gozo, facente parte dell’arcipelago maltese. 

Anche la spiaggia di Palea Kameni, nelle isole Cicladi, possiede sabbie che sfumano dal rosso all’arancio a causa di minerali presenti nelle fuoriuscite termali vicino alla riva. Dalle sorgenti, infatti, escono acque calde ricche di zolfo, che conferiscono ai granelli di sabbia una colorazione rossa intensa.

Ramla Bay – foto via Canva

Lungo le coste del nostro mare è possibile visitare spiagge uniche e di ogni colore. Le regole, però, sono sempre le stesse per ogni spiaggia: non lasciare nulla di nostro, salvo le nostre impronte, e non portare via sacchetti di sabbia come souvenir! Worldrise augura a tutt* buone vacanze!

Bibliografia e Sitografia:
Autrice: Sara Parigi

Sara è volontaria Worldrise e autrice per SeaMag dal 2021. Dopo essersi laureata in Scienze Biologiche presso l’Università di Firenze, ha deciso di continuare gli studi iscrivendosi alla Laurea Magistrale in  Biologia Marina all’Università di Pisa. Appassionata di cetacei fin da quando era bambina, se fosse un animale marino sarebbe una balenottera, un po’ schiva e introversa, ma anche pacata e razionale.

Leave a Reply