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La commissione europea ha pubblicato un pacchetto per la pesca, l’acquacoltura e gli ecosistemi marini: misure volte a migliorare la sostenibilità e la resilienza della pesca e dell’acquacoltura dell’UE.

A fine febbraio, la Commissione Europea ha pubblicato un pacchetto di misure per indirizzare il settore ittico verso scelte più sostenibili, dal punto di vista ambientale e sociale. Il pacchetto di documenti, dedicato a pesca, acquacoltura ed ecosistemi marini, contiene indicazioni e misure che verranno implementate gradualmente a partire da quest’anno a livello europeo, per migliorare la sostenibilità e la resilienza del settore ittico e “costruire una relazione sostenibile con i nostri mari”. 

Tra i documenti pubblicati, spiccano le misure volte a favorire la transizione energetica del settore della pesca e dell’acquacoltura e l’importanza di tutelare il 30% del mare entro il 2030.

Approfondiamo alcuni aspetti di queste misure, per capire meglio quali strade verranno intraprese a livello europeo per rendere più sostenibile il settore ittico e, soprattutto, che cosa può fare ognuno di noi per contribuire a questa fondamentale transizione.

Foto via Canva

Pesca e acquacoltura verso la transizione energetica

Nel settore della pesca e dell’acquacoltura i costi energetici sono molto alti e, nell’ultimo periodo, sono aumentati a causa del caro energia dovuto all’attuale instabilità geopolitica. È stato stimato che, nel 2022, le spese per l’energia abbiano rappresentato il 35% dei guadagni di pesca totali e che gli utili netti della flotta peschereccia dell’UE siano scesi da +218 milioni di euro nel 2021, a -430 milioni nello scorso anno, principalmente a causa dell’aumento dei prezzi del carburante.

Per questo motivo, l’Unione Europea ha adottato il piano REPowerEU1, al fine di ridurre la propria dipendenza dai combustibili fossili attraverso il risparmio energetico, diversificare le forniture di energia e sostituire rapidamente i combustibili fossili con alternative rinnovabili e a basse emissioni di carbonio. Queste strategie sono in linea con il Green Deal europeo, un insieme di iniziative politiche con l’obiettivo generale di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050.

Nella transizione energetica sono incluse anche modifiche agli attrezzi e alle tecniche di pesca, che dovranno diventare più efficienti dal punto di vista energetico, selettivi e avere un impatto nullo o insignificante sulla salute e sulla biodiversità dell’ecosistema marino. Lo stesso vale per il settore dell’acquacoltura, spinto a favorire nuove pratiche per ridurre il proprio consumo energetico e l’impatto ambientale, come per esempio l’allevamento di alghe, l’acquacoltura multitrofica integrata e la permacultura marina. L’obiettivo è quello di rendere il settore un riferimento globale per la sostenibilità, ambientale e sociale.

In questo senso, Worldrise valorizza le piccole comunità costiere di pescatori che pescano in modo sostenibile, promuovendo un consumo di pesce responsabile e facilitando la consapevolezza nelle scelte dei consumatori, attraverso le diverse iniziative nell’ambito di SEAstainable

Foto di Fredrik Öhlander via Unsplash

Agire per la protezione e il ripristino degli ecosistemi marini 

La comunità scientifica ha stimato che se il 30% degli oceani fosse protetto, le catture annuali globali di pesce potrebbero aumentare di 8 milioni di tonnellate, circa il 10% di quelle attuali. Gli ecosistemi marini, infatti, sono scrigno di biodiversità, fonte di cibo e sostentamento per milioni di persone, regolano il clima, forniscono ossigeno e assorbono anidride carbonica: un ambiente marino sano corrisponde a stock ittici in salute, che possono garantire alle comunità di pescatori un futuro prospero, a medio e lungo termine. 

É chiaro, quindi, il ruolo fondamentale – per la società e l’ambiente – di una strategia condivisa per la tutela del 30% degli ecosistemi marini entro il 2030: per questo Worldrise porta avanti la campagna Italiana 30X30, un percorso nazionale il cui obiettivo è proprio quello di proteggere, attraverso l’istituzione di Aree Marine Protette (AMP), almeno il 30% dei mari Italiani entro il 2030.

Uno dei nostri più validi alleati  per ridurre la pressione sugli ecosistemi marini determinata da pesca eccessiva, illegale e non regolata, inquinamento e cambiamenti climatici sono infatti le AMP, tratti di mare in cui la biodiversità è tutelata in un’ottica di sviluppo sostenibile.

Creare nuove AMP e gestire efficacemente quelle esistenti, permetterà di ridurre le catture accidentali di specie sensibili, proteggere le aree di riproduzione degli organismi marini e ridurre gli impatti sugli habitat.

Per attuare queste misure e farle funzionare efficacemente, il settore della pesca, gli organismi di tutela ambientale e gli Stati Membri dovranno collaborare strettamente, ma anche il contributo di ognuno di noi potrà fare la differenza: conoscere il ruolo chiave giocato dalle AMP per il mare e i suoi abitanti, significa fare parte del cambiamento, perché la soluzione parte dalla conoscenza, evolve in consapevolezza e si concretizza attraverso il rispetto e l’azione. È proprio per questo motivo che Worldrise, con il progetto AMPlification, si impegna per AMPlificare l’importanza delle AMP d’Italia.

Il “Patto per la pesca e gli oceani”

A 10 anni dall’implementazione della Politica Comune della Pesca (PCP), la strategia definita dall’Unione Europea nel 2013 per la sostenibilità a lungo termine di pesca e acquacoltura sotto il profilo ambientale, economico e sociale, il recente pacchetto di misure pubblicato dall’UE prevede infine la creazione di un “Patto per la pesca e gli oceani”. 

Si tratta di una misura volta a riconfermare l’impegno comune ad attuare la PCP, contribuendo a migliorarla e ricalibrandone alcuni aspetti, qualora necessario. Il “Patto per la pesca e gli oceani” è un invito alla collaborazione tra Stati Membri, portatori di interesse, comunità scientifica e, aggiungiamo noi, anche tra cittadinǝ, perché solo con il contributo di tuttǝ potremo ambire ad un mare sano e ad una gestione della pesca sostenibile, basata sulla scienza, innovativa e inclusiva. 

Foto via Canva

Bibliografia: 
Autrice: Bianca Bargagliotti

Bianca è Scientific Communication Manager e coordinatrice di SeaMag per Worldrise. Specializzata in Ecologia dei Cambiamenti Globali e Sostenibilità, se fosse un animale marino sarebbe una tartaruga che, così come la sua formazione, unisce mare e terra. 

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