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La pesca del riccio di mare nel Mediterraneo può essere un argomento spinoso, specialmente dal punto di vista normativo, vista la varietà di regolamenti in vigore, ma Worldrise è qui per rispondere ai vostri dubbi e svelarvi tutte le informazioni necessarie su questa attivitá e sulla sua stagionalitá.

Il riccio di mare (Paracentrotus lividus) è una specie molto diffusa nel Mar Mediterraneo e anche molto ricercata per la prelibatezza delle sue gonadi, quella polpa arancione che si trova all’interno e che viene usata per la preparazione di numerose ricette. La pesca dei ricci di mare è un’attività tradizionalmente praticata lungo le coste mediterranee sia dalla pesca professionale sia dai pescatori ricreativi e che, negli ultimi decenni, ha notevolmente aumentato la pressione su questa risorsa. 

via Pixabay

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Per evitare un eccessivo sfruttamento di questa specie, di grande interesse sia dal punto di vista ecologico sia da quello commerciale, è importante conoscere le normative che regolano la pesca di P. lividus sia in Italia che negli altri Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. Worldrise ha riassunto qui di seguito le informazioni piú importanti da tenere a mente per gustare con consapevolezza un buon piatto di spaghetti al riccio di mare.

In Italia:

Le regioni dove avviene principalmente la pesca professionale del riccio di mare sono la Sardegna, il Lazio, la Campania, la Sicilia e la Puglia. I pescatori professionisti, nei periodi consentiti, possono prelevare fino a 1000 ricci al giorno, mentre quelli ricreativi solo 50 ricci al giorno ed esclusivamente durante il fine settimana.  

ll fermo della pesca del riccio di mare va dal 1 Maggio fino al 30 Giugno e la taglia minima consentita è di 7 cm di diametro aculei compresi (raggiunta in 4-5 anni), oppure di 5 cm senza aculei.

La Sardegna ha, però, adottato un regolamento regionale per quanto riguarda il periodo di pesca, che va dal 16 Novembre al 17 Aprile: i pescatori marittimi e subacquei professionisti possono prelevare un massimo di 1000 ricci al giorno, che diventano 2000 se il pescatore è accompagnato da un assistente e ben 3.500 se si tratta di due pescatori e un assistente.

Durante il periodo di fermo, è comunque possibile acquistare questo prodotto, ma solo in forma confezionata, proveniente da altri Paesi e lavorato in Italia, come nel caso della polpa di riccio in scatola. In ogni caso, è importante verificare sempre la provenienza del prodotto e la specie servita, soprattutto quando si ordina al ristorante. 

via Pixabay

Gonadi di riccio di mare via Pixabay

In altri Paesi mediterranei:

La Francia chiude la pesca al riccio di mare dal 15 Aprile al 1 Novembre, mentre in Corsica la chiusura si prolunga fino al 15 Dicembre. 

In Grecia, il periodo di pesca va da Dicembre a Marzo e da Luglio ad Agosto. In quest’area, la pesca professionale è regolata per mezzo di licenze senza limiti di cattura, mentre per la pesca sportiva, autorizzata solo in apnea e senza mezzi meccanici, è consentito catturare fino a 20 ricci al giorno per pescatore amatoriale e 30 ricci al giorno in totale per imbarcazione da diporto.

In Spagna, le normative variano a seconda delle regioni. Per esempio, in Andalusia la pesca  dei ricci di mare è chiusa dal 1 Maggio al 31 Ottobre, mentre la Catalogna pone il fermo dal 1 Aprile al 30 Settembre. Nella Comunidad Valenciana, è consentito prelevare ricci solo nei mesi di Dicembre, Gennaio e Febbraio, mentre nelle Isole Baleari la pesca è aperta dal 1 Novembre al 31 Marzo. 

Infine, il Portogallo autorizza la pesca del riccio di mare tutto l’anno, mantenendo peró la taglia minima di 5 cm di diametro, senza aculei.

via Unsplash

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Cosa fare in questo mare di informazioni?

Ora che possedete tutte queste informazioni, vi invitiamo a limitare il consumo di questa specie ai periodi in cui la pesca è permessa. Trovare ricci di mare freschi nei periodi di fermo significa consumare prodotti provenienti da paesi che non gestiscono correttamente questa risorsa o, peggio, consumare un prodotto illegale.

Per aiutarvi a memorizzare tutti questi dati, Worldrise ha preparato delle infografiche, che riassumono i dettagli citati in questo articolo, scaricabili a questo link. Vi invitiamo a condividerle sui social, ma anche a stamparle e distribuirle in ristoranti e negozi, per contribuire a creare consapevolezza sulla stagionalitá del riccio di mare e favorire un consumo piú responsabile e sostenibile di questa specie così prelibata.

 

Bibliografia:
Autrice: Matilde Vallerani

Matilde collabora con Worldrise come volontaria dal 2019 e ha scritto sia articoli per SeaMag che contenuti per i social. Dopo essersi laureata in Gestione delle Risorse Marine e Acquacoltura, Matilde sta attualmente lavorando nell’ambito della governance europea della pesca. Cresciuta tra le lagune venete e con la passione per il diving, se fosse un animale marino sarebbe un vivace cormorano.

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