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Approfondiamo i provvedimenti dello Stato Italiano in risposta alla direttiva SUP sulle plastiche monouso.

A partire dal 14 gennaio 2022, è entrato in vigore il Decreto Legislativo 196/2021 di recepimento della Direttiva 2019/904/UE sulle plastiche monouso, anche nota come Direttiva SUP, Single Use Plastic. Scopriamo di più su questa direttiva, tesa a ridurre l’incidenza di determinati prodotti di plastica monouso sull’ambiente e sulla salute umana.

Foto di Naja Bertolt Jensen via Unsplash

A quali prodotti ci si riferisce?

La direttiva SUP riguarda specificatamente i prodotti di plastica monouso che più inquinano le spiagge e i mari d’Europa e gli attrezzi da pesca contenenti plastica: infatti, tra l’80 e l’85% dei rifiuti marini rinvenuti sulle spiagge sono plastica e, di questi, gli oggetti di plastica monouso rappresentano il 50%, mentre gli oggetti collegati alla pesca il 27%.

I prodotti di plastica monouso e gli attrezzi da pesca contenenti plastica sono un problema particolarmente serio nel contesto dei rifiuti marini, poichè causano gravi danni ad ecosistemi, biodiversità, sia marina che terrestre, e salute umana, anche in considerazione delle grandi quantità di microplastiche che si generano a partire dalla degradazione di questi oggetti e che entrano a far parte della catena trofica degli organismi marini. 

Foto via Canva

Facciamo il punto: le norme principali

Con il Decreto Legislativo 196/2021, finalmente lo Stato Italiano stabilisce i principi e i criteri direttivi entro i quali il governo deve legiferare. Le principali disposizioni, definite da 17 articoli e un allegato, riguardano: 

  • Articolo 4: Riduzione del consumo

    Al fine di raggiungere entro il 2026 una riduzione quantificabile del consumo dei prodotti di plastica monouso, vengono stipulati accordi di programma con enti pubblici, imprese, soggetti pubblici o privati e associazioni, per attuare specifici piani di settore volti alla riduzione del consumo di prodotti in plastica monouso, favorendo attività di informazione e sensibilizzazione sui vantaggi ambientali ed economici delle alternative riutilizzabili. Nell’ambito della riduzione del consumo, rientrano anche attività di monitoraggio dei flussi di prodotti in plastica monouso e la promozione della nascita, diffusione e consolidamento di modelli economici in cui gli esercenti, per primi, siano invogliati a preferire la vendita di prodotti riutilizzabili, attraverso servizi di consegna, ritiro, sanificazione e riconsegna dei prodotti destinati al riuso.

  • Articolo 5: Restrizioni all’immissione sul mercato

    Il decreto legislativo vieta inoltre l’immissione sul mercato di specifici prodotti in plastica monouso, come bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, agitatori per bevande, aste dei palloncini, contenitori per alimenti da asporto o fast food, tazze o bicchieri per bevande in polistirene espanso e relativi tappi/coperchi. Rimane comunque la possibilità per le aziende e per gli utenti di esaurire le scorte a magazzino.

No Plastic More Fun Worldrise

Foto di Federico Girotto per Worldrise

  • Articolo 6: Requisiti dei prodotti

    Un’eccezione al divieto di vendere prodotti in plastica monouso rimane per le bottiglie i cui tappi e coperchi, pur essendo in plastica, restano attaccati ai contenitori. Inoltre, a partire dal 2030, le bottiglie in PET dovranno contenere almeno il 30% di plastica riciclata.

  • Articolo 8: Responsabilità estesa del produttore

    Con la nuova Direttiva, i produttori di oggetti in plastica, in misura proporzionale al peso della componente plastica rispetto a quello del prodotto, saranno tenuti a coprire i costi delle misure di sensibilizzazione, della raccolta dei rifiuti per tali prodotti, della rimozione dei rifiuti dispersi e il loro successivo trasporto e trattamento, estendendo la responsabilità del produttore all’intero ciclo di vita degli oggetti. 

  • Articolo 14: Sanzioni

    Infine, in caso di violazione delle disposizioni previste, il regime sanzionatorio applicabile prevede una sanzione amministrativa pecuniaria da 2.500 a 25.000 euro.

Con questo decreto, la nostra società compie un passo in più verso un’economia europea più resiliente e sostenibile, capace di preservare il più a lungo possibile il valore dei prodotti e dei materiali, generando meno rifiuti e riducendo la pressione sull’ambiente e sulle preziose risorse che ci regala. 

Foto via Pixabay

Bibliografia e sitografia: 
Autrice: Sofia Prandelli

Sofia è un’ecologa ricercatrice, recentemente laureata in Ecologia dei Cambiamenti Globali e Sostenibilità. Se fosse un animale marino sarebbe un lamantino, estremamente pacifico e giocoso.

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