L’eco ansia, la paura cronica della rovina ambientale, è un sentimento oggi sempre più comune, destinato ad aggravarsi con il peggioramento della crisi climatica. Scopriamo insieme cosa possiamo fare per combattere l’eco-ansia e far stare meglio noi e il pianeta.
L’eco ansia (eco-anxiety), ovvero una paura cronica della rovina ambientale, è un sentimento sempre più comune, soprattutto tra i giovani e le comunità marginali. Con il peggioramento della crisi climatica è probabile che paura, rabbia e senso di impotenza davanti al futuro che ci aspetta continuino a diffondersi. Scopriamo insieme cosa possiamo fare per combattere l’eco-ansia e far stare meglio noi e il pianeta.

Foto di Callum Shaw via Unsplash
Crisi climatica e benessere mentale
Il Segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha definito il rapporto IPCC del Working Group 1, pubblicato lo scorso agosto, come un codice rosso per l’umanità, che deve far suonare “la campana a morto per il carbone e gli altri combustibili fossili, prima che distruggano il nostro pianeta”.
Nel 2050 è probabile che circa il 95% di Giacarta, capitale dell’indonesia, sia sott’acqua a causa di problemi infrastrutturali della città e del peggioramento di eventi meteorologici estremi, come piogge e inondazioni. In risposta, il parlamento indonesiano ha approvato lo spostamento della nuova capitale nel Borneo.
Qualche mese fa un’ondata di calore ha colpito l’Italia e a Siracusa si sono raggiunti i 48.8°C, registrando la temperatura più alta della storia dell’Europa.
Queste sono solamente tre delle innumerevoli notizie negative che da anni leggiamo sui giornali o vediamo trasmesse in televisione, tutte con una matrice comune: la salute del nostro pianeta e, di conseguenza, come abbiamo visto anche con la pandemia di COVID-19, anche il benessere dell’essere umano.
Se vi capita di essere arrabbiati, ansiosi o di avere perfino paura di fronte a queste notizie, non temete, perché non siete i soli ed è assolutamente normale provare questi sentimenti quando si parla di cambiamento climatico, ma esistono anche diversi modi per attenuare la nostra eco-ansia.

Foto di Chris LeBoutillier via Unsplash
Eco-ansia
Secondo un rapporto dell’American Psycological Association (APA) pubblicato nel 2017, gli impatti che il cambiamento climatico può avere sul benessere delle persone possono essere acuti o cronici. Nel primo caso sono la conseguenza di eventi meteorologici estremi o disastri naturali, come le inondazioni, mentre nel secondo sono legati agli impatti a lungo termine della crisi climatica.
Gli effetti sulla salute mentale includono sentimenti di impotenza, paura, attacchi di panico, insonnia, depressione, maggiore aggressività ed eco-ansia. Quest’ultima viene definita dall’APA come “una paura cronica della rovina ambientale”. Tuttavia, non essendo ancora elencata nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), non è ancora considerata una condizione di salute mentale diagnosticabile.
Secondo Mala Rao and Richard A Powell, esperti dell’Imperial College di Londra, questo sentimento di eco-ansia è in continuo aumento nella popolazione, specialmente tra i giovani e le comunità più povere e marginali, come per esempio quelle indigene, che rischiano di perdere sia la loro casa che la loro cultura, strettamente collegate alla natura e al luogo in cui vivono da secoli. Come affermato da un membro della comunità Inuit canadese, il legame tra ambiente e identità culturale è fortissimo e messo a dura a prova dal cambiamento climatico: “Siamo il popolo del ghiaccio marino. Se non c’è più ghiaccio marino, come possiamo essere la gente del ghiaccio marino?”

Foto di Visit Greenland via Unsplash
Cosa fare per stare meglio?
Il Royal College of Psychiatrists avverte che all’incirca il 57% degli psichiatri inglesi per bambini e adolescenti vede i propri pazienti angosciati dalla crisi climatica.
Per questo motivo, è stata redatta una lista di consigli rivolta sia ai genitori che ai ragazzi da mettere in pratica per gestire l’eco-ansia.
Tra questi troviamo:
- Tenersi informati sull’ambiente utilizzando fonti affidabili, ma facendo attenzione a non sovraccaricarsi di troppe informazioni.
- Riconoscere che questi sentimenti sono normali e comuni. È utile parlarne con altre persone ed esprimere ciò che si prova.
- È importante trascorrere del tempo nella natura: giocare, leggere un libro, piantare un seme o semplicemente fare una passeggiata sono ottimi modi per tenere a bada l’ansia da cambiamento climatico.
- Ricordare che al mondo ci sono molte persone che stanno lavorando per trovare delle soluzioni concrete alla crisi climatica.
- Fare la propria parte: la crisi climatica non è una responsabilità personale, ma agire in prima persona per fare la differenza può aiutare a mantenere la situazione sotto controllo e a sentirsi più resilienti.

Foto di Markus Spiske via Unsplash
L’eco-ansia è una condizione sempre più comune ed è assai probabile che con il peggioramento della crisi climatica paura, rabbia e senso di impotenza continuino a diffondersi. Allo stesso tempo, però, questo sentimento legato all’imminenza della crisi ambientale può essere uno strumento utile per far comprendere, soprattutto a coloro che sono indifferenti davanti all’impatto che l’essere umano sta avendo sul nostro pianeta, quanto ormai la situazione sia urgente e sia necessario agire in modo concreto e immediato.
Molte delle soluzioni ci sono già: investire nelle energie rinnovabili, mettere in campo politiche che tutelino la biodiversità o modificare il modello economico passando dall’economia lineare a quella circolare sono solo alcune delle azioni che, fin da subito, possiamo favorire, proprio a partire dalle nostre scelte personali. Queste alternative ai modelli attuali, oltre a contrastare in modo significativo la crisi climatica, possono contribuire a migliorare anche la nostra salute mentale, dimostrando che c’è ancora speranza e noi per primi possiamo diventare, da parte del problema, parte della soluzione.

Impianto eolico offshore