Skip to main content

Worldrise vi racconta le storie e il punto di vista di 5 donne che hanno fatto (e continuano a fare) la differenza per la salvaguardia dell’oceano.

Sono moltissime le donne impegnate nella ricerca scientifica e che, nonostante ostacoli e stereotipi di genere, sono state in grado di contribuire enormemente anche nell’ambito delle Scienze del Mare.

Donne e scienze del mare

Rachel Carson, biologa marina e scrittrice

“È curioso che il mare, dal quale per la prima volta sorse la vita, debba ora essere minacciato dalle attività di una forma di quella vita. Ma il mare, pur cambiato in modo sinistro, continuerà ad esistere: la minaccia è piuttosto per la vita stessa.” – Rachel Carson

Pioniera del movimento ambientalista e della riflessione ecofemminista, Rachel Carson, classe 1907, nei suoi scritti ha saputo unire il linguaggio poetico con l’accuratezza scientifica, creando opere letterarie capaci di trasmettere ai suoi lettori l’amore e il rispetto per la natura e di continuare a ispirare, negli anni a venire, le future generazioni di attivisti e attiviste.

La scrittrice e biologa americana, conosciuta principalmente per il successo (e le conseguenze memorabili) del suo libro di denuncia “Primavera silenziosa” (1962), in cui condannava l’uso indiscriminato dei pesticidi in agricoltura, ha dedicato al mare la sua trilogia di esordio, che comprende “Under the Sea-Wind” (1941), “The Sea Around Us” (1951) e “The Edge of the Sea” (1955). 

I tre volumi, in un intreccio infinito di scienza, storia e natura, trasportano il lettore in un viaggio alla scoperta del mondo sottomarino e del cielo che lo sovrasta, realizzando una biografia del mare unica nel suo genere, che racconta la vita degli animali che vi abitano e i processi biologici ed ecologici alla base del buon funzionamento dell’oceano e, di conseguenza, della nostra stessa esistenza.

Donne e scienze del mare

Eugenie Clark, zoologa e subacquea

“Non vado sul filosofico. Amo i pesci. Amo gli squali. Mi impegno per mantenere l’acqua e il loro habitat quanto più puliti e protetti possibile.” – Eugenie Clark

Conosciuta con il soprannome di “The Shark Lady”, Eugenie Clark, nata nel 1922, è stata una delle prime donne a servirsi delle discipline subacquee a fini di ricerca scientifica e conservazione, ampliando le conoscenze relative al mondo degli squali e al loro comportamento e ruolo ecologico in ambito marino.

Attiva in campo scientifico fino all’età di 92 anni, Clark è stata un vero esempio di perseveranza e dedizione, dedicando la sua vita alla salvaguardia degli squali e del loro habitat naturale. 

Grazie alle sue ricerche, la scienziata americana ha saputo dimostrare l’intelligenza e l’utilità di questi predatori sottomarini, sensibilizzando l’opinione pubblica nei confronti di  un animale tanto temuto: tra i suoi numerosi riconoscimenti, per esempio, la scoperta di una sostanza utilizzata ancora oggi dai ricercatori, ovvero un repellente naturale anti-squalo derivante dalla sogliola di Mosè (Pardachirus marmoratus). 

Donne e scienze del mare

Sylvia Earle, oceanografa

“Ogni goccia d’acqua che beviamo, ogni boccata d’aria che respiriamo, ci collega all’oceano. Senza blu, niente verde. Senza acqua, niente vita.” – Sylvia Earle

Scienziata, esploratrice, leggenda vivente: l’impegno in ambito marino della dottoressa Sylvia Earle è talmente iconico da esserle valso il titolo di “Sua Profondità”.

A 85 anni, Earle continua a portare avanti con instancabile ottimismo la sua missione di protezione e valorizzazione dell’immenso patrimonio blu che ci circonda e che lei, con all’attivo più di 7000 ore di immersioni subacquee, ha avuto il piacere di imparare a conoscere e ammirare da vicino.

Fondatrice e Presidente di Mission Blue, attraverso cui ispira azioni a favore della creazione di una rete coesa di aree marine protette nel mondo, l’oceanografa più famosa del mondo continua a far sentire la sua voce per favorire attività di tutela ambientale e divulgazione scientifica, in grado di salvaguardare quelli che lei definisce “hope spot”, ovvero veri e propri “punti di speranza” per la rinascita e il ripristino di un ambiente naturale così fortemente impattato dalle attività umane.

Donne e scienze del mare

Martina Capriotti, biologa marina

“Quando ogni singolo individuo prenderà coscienza del grande potere che ha… il pianeta potrà finalmente evolvere.” – Martina Capriotti 

Durante un’immersione tra un banco di pesci nel suo Mare Adriatico, Martina Capriotti, all’epoca giovane sub, si è ritrovata circondata da rifiuti e, in quel momento, ha capito quale sarebbe stata la sua strada: impegnarsi per la salvaguardia di un oceano troppo vulnerabile all’inquinamento determinato dall’uomo. 

È così che Capriotti ha deciso di diventare biologa marina, specializzandosi poi nello studio degli effetti dell’inquinamento da microplastiche associato alla contaminazione chimica, per dimostrare la pericolosità di queste sostanze per l’ambiente e per la salute umana.

Oggi, tra immersioni, ricerca e sperimentazione, Martina Capriotti è una brillante scienziata, che presta la sua voce e le sue capacità al mare, per portare ad un miglioramento del suo stato di salute, ad un ripristino dell’equilibrio generale degli ecosistemi e, soprattutto, ad una maggiore consapevolezza da parte del grande pubblico riguardo le conseguenze delle nostre azioni sull’ambiente che ci ospita.

Donne e scienze del mare

Mariasole Bianco, biologa marina e divulgatrice

“La nostra vita dipende dal mare, il futuro del mare dipende da noi”Mariasole Bianco

Dopo un master in Gestione delle Aree Marine Protette conseguito in Australia, Mariasole Bianco ha deciso di tornare in Italia, dove era nato il suo legame con il mare, per portare avanti la sua missione di salvaguardia e valorizzazione del “Pianeta Oceano”. 

Oggi, esperta di conservazione dell’ambiente marino e divulgatrice scientifica, collabora con l’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), ha insegnato all’Università di Genova ed è da anni la biologa marina di riferimento della trasmissione Kilimangiaro. 

Ma non finisce qui: con Worldrise, di cui è Presidente e Co-fondatrice, realizza progetti creativi per la tutela del mare, favorendo anche la formazione dei futuri custodi del patrimonio naturalistico, e lo fa supportata da un team giovane e variegato, in cui le differenze – di competenze, genere o età – non solo non sono un ostacolo ma, al contrario, rappresentano un vero punto di forza.

Carson, Clark, Earle, Capriotti, Bianco: sono solo alcune delle donne che hanno lasciato un segno nel mondo scientifico e che continuano, direttamente o indirettamente, a contribuire al mondo della ricerca e della divulgazione nell’ambito delle Scienze del Mare.

Il loro impegno, insieme a quello di molte altre personalità che fanno parte della realtà scientifica, sta permettendo ad un pubblico sempre più ampio e, soprattutto, vario di accedere al mare delle conoscenze oggi disponibili, mostrandoci strade che fino a pochi anni fa non avremmo nemmeno pensato di poter percorrere: ora sta a noi fare il primo passo.

 

Fonti:
https://www.unive.it/pag/fileadmin/user_upload/dipartimenti/DSLCC/documenti/DEP/numeri/n35/03_Bianchi_modello.pdf
https://oceanservice.noaa.gov/news/may15/eugenie-clark.html
https://mission-blue.org/about/
https://www.nationalgeographic.it/ambiente/2019/12/intervista-martina-capriotti-la-national-geographic-explorer-che-sfida
https://nextolife.it/ambiente/intervista-a-martina-capriotti-ricercatrice-sambenedettese-voglio-che-i-miei-studi-siano-un-tassello-in-piu-per-capire-come-funziona-la-natura-e-come-poterla-proteggere-dallazione/ 

Autrice: Bianca Bargagliotti

Bianca è Scientific Communication Manager e coordinatrice di SeaMag per Worldrise. Specializzata in Ecologia dei Cambiamenti Globali e Sostenibilità, se fosse un animale marino sarebbe una tartaruga che, così come la sua formazione, unisce mare e terra. 

Leave a Reply