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Oggi andiamo alla scoperta di una delle Aree Marine Protette più giovani d’Italia e l’unica dell’Abruzzo e del Mar Adriatico Centrale: stiamo parlando della AMP “Torre del Cerrano”. Tra dune e onde conosceremo tante nuove specie come il fratino e lo zafferanetto delle spiagge. Preparate lo zaino e la macchina fotografica, si parte!

Per salvaguardare la biodiversità e il nostro Pianeta è importante proteggere le aree terrestri, ma anche il mare e le Aree Marine Protette (AMP) sono un nostro grande alleato nella tutela del Pianeta Blu. Tuffiamoci in un tour virtuale alla scoperta dell’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano”, in Abruzzo, una delle AMP più giovani in Italia.

Foto di Francesca Trenta

Istituzione e simboli della AMP

L’Area Marina Protetta Torre del Cerrano è stata istituita il 21 ottobre del 2009 e si estende per 7 km lungo la costa, fra i comuni di Pineto e Silvi, in provincia di Teramo, e copre un’area totale di 37 km². È l’unica Area Marina Protetta dell’Abruzzo e del medio Adriatico.

Il nome della AMP deriva dal torrente Cerrano, che scende dalle colline di Atri, paese posto sulle alture retrostanti, e sfocia tra Silvi e Pineto e dalla Torre che svetta sulla spiaggia, eredità spagnola risalente al 1568, costruita come baluardo contro i pirati saraceni provenienti dal mare

Il simbolo della riserva marina racchiude due peculiarità di questa zona: lo zafferanetto delle spiagge (Romulea rollii) e la trivia adriatica (Trivia multilirata), rispettivamente un mollusco gasteropode e una piccola pianta appartenente alla famiglia delle Iridaceae, specie estremamente rare e localizzate lungo le coste del Mar Adriatico. Queste specie uniscono gli ambienti peculiari della AMP, dato che lo zafferanetto cresce negli ecosistemi costiero-dunali, mentre la trivia abita i fondali marini ed è una delle specie più difficili da trovare spiaggiate.

Il logo della AMP

Abitanti delle dune e delle onde

Il fondale marino dell’AMP Torre del Cerrano è sabbioso nella gran parte del territorio. Le uniche parti rocciose sono rappresentate dai resti semisommersi dell’antico porto di Hatria (oggi Atri), dalle strutture sommerse dell’oasi di protezione marina provinciale e da alcuni affioramenti di formazioni geologiche conglomeratiche. Grazie alla presenza di entrambe le tipologie di fondale, l’AMP è abitata da organismi appartenenti a ognuno di questi due habitat, oltre che da organismi animali e vegetali ben adattati alla vita sulla spiaggia.

Un ecosistema di grande rilievo è sicuramente quello dunale. Le dune sono accumuli di sedimento di sabbia determinati e modellati dall’azione dei venti, soggetti a continui spostamenti e ridimensionamenti dipendenti dalla direzione e forza dell’azione eolica. Le condizioni estreme delle dune sabbiose, quali l’elevata salinità, la forte esposizione a venti e raggi solari e la carenza di sostanza organica, consentono la vita in questi ambienti solo a piante e animali con precisi adattamenti. 

Foto di Matteo Ferretti

La specie animale più rappresentativa delle dune e della AMP in generale è sicuramente il fratino (Charadrius alexandrinus), un piccolo uccello trampoliere sempre più raro che nidifica sulle spiagge in primavera ed estate e usa la vegetazione dunale per nascondersi e per reperire cibo. 

L’Area Protetta presenta un’importante vegetazione dunale psammofila, ovvero piante amanti degli ambienti sabbiosi, come il giglio di mare (Pancratium maritimum), il verbasco del Gargano (Verbascum niveum subsp. garganicum), la soldanella marittima (Calystegia soldanella), l’euforbia delle spiagge (Euphorbia peplis) e il già citato zafferanetto.

Fratino – foto di Matteo Ferretti

L’ambiente marino è caratterizzato da un buon numero di specie animali marine sia pelagiche, ovvero che nuotano nella colonna d’acqua o vengono trasportate in essa dalla corrente, sia bentoniche, che invece abitano i fondali.

Fra tutte, si evidenzia la presenza di Sabellaria halcocki, un polichete biocostruttore dall’aspetto vermiforme, il cui ritrovamento all’interno dell’Area Marina Protetta, unico caso nel bacino Adriatico,  è stato particolarmente rilevante proprio per la creazione della stessa AMP. Infatti nel decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 21 ottobre 2009, in cui viene istituita l’Area Marina Protetta di Torre del Cerrano, la prima finalità preposta all’articolo 3 comma a è la seguente: “la tutela e la valorizzazione delle caratteristiche naturali, fisiche, chimiche e della biodiversità marina e costiera, con particolare attenzione alle biocostruzioni a Sabellaria halcocki”.

Struttura biogeniche data dall’aggregazione dei tubi di Sabellaria halcocki – foto via Canva

Un evento eccezionale!

Di notevole importanza è sicuramente ciò che è accaduto a metà settembre di quest’anno: all’interno della zona C1 dell’AMP, ovvero quella corrispondente all’area di riserva parziale, è stato individuato un nido di tartaruga Caretta caretta, grazie a un cittadino che camminava sulla spiaggia. Il ritrovamento del nido è stato un vero è proprio evento, dato che si tratta del secondo in Abruzzo dopo quello del 2013 a Roseto degli Abruzzi e il primo nell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano. Su 80 uova deposte, hanno preso il mare ben 72 nuove nate: un successo straordinario, che evidenzia il buon funzionamento dell’AMP nel tutelare la biodiversità del luogo! 

Foto di Matteo Ferretti

Bibliografia 
Autrice: Francesca Trenta

Francesca è laureata in Tutela e benessere animale e in Biologia marina. Dal 2016 si occupa di ricerche sulla fauna selvatica e di divulgazione scientifica. Se fosse un animale sarebbe una berta, sempre pronta a sfruttare il vento di nuove avventure.

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