Skip to main content

Conosciamo meglio un mare di cui si parla poco, ultimamente venuto alla ribalta della cronaca per tragici avvenimenti e importantissimo nell’equilibrio del Mar Mediterraneo.

Fateci caso: Mar Mediterraneo, Adriatico e Tirreno sono spesso sulla bocca di tutti, mentre il Mar Ionio viene citato pochissimo. Paragonandolo a una regione, potrebbe essere il Molise (senza offesa per i molisani)! Così come questa regione, però, il Mar Ionio è ricco di sorprese, da scoprire e tutelare.

Vista panoramica sullo Ionio dalla Grecia – foto via Canva

Tra mito e realtà

Il Mar Ionio è uno specchio di mare che ha nobili origini: narra infatti la leggenda che Ionio, nipote del re Poseidone, dio del mare, e figlio di Durazzo, re della Dalmazia, combattè per difendere il regno del padre, chiamando in aiuto perfino Ercole. Nella foga del combattimento, però, l’eroe colpì per errore Ionio, uccidendolo: il suo corpo fu affidato al mare che amava e che, in suo onore, assunse il suo nome.
Più prosaicamente, l’appellativo di questo mare parrebbe discendere dalla parola albanese jonë” analoga al latino “nostrum”, quindi “mare nostro”.  

Geografia e caratteristiche

Ma andiamo per gradi. Intanto delimitiamolo, questo mare: dal canale di Otranto, bagna a est le coste dell’Albania meridionale proseguendo verso la Grecia fino a Zante, mentre a ovest, dopo aver bagnato Puglia e Calabria, arriva in Sicilia, dove si confonde col Tirreno nello stretto di Messina. Il confine a sud è invece più incerto e lo si identifica con lo specchio di mare dove si affaccia la regione libica della Cirenaica

Immagine rielaborata da Google Maps

Un mare che sembra piccolo, lo Ionio, mentre con i suoi 169 mila chilometri quadrati è il più esteso dopo il Tirreno. E di carattere: quando soffiano venti di burrasca di scirocco e levante, infatti, le onde raggiungono facilmente 6/7 metri, fino ad arrivare a 10 metri, squassando le coste siciliane e salentine. Questa particolarità è dovuta al fatto che il mar Ionio ha un fetch ampissimo. Il fetch è un parametro che può essere descritto come lo spazio di mare aperto di cui il vento necessita per dare vita a un’onda: maggiore sarà questa distanza, maggior forza e ampiezza avrà l’onda. In questo caso i venti provenienti dalla Libia possono liberarsi e soffiare senza trovare ostacoli per oltre 700 chilometri fino alle coste italiane. 

Ciò che però lo rende unico è il limite a nord, quello col mare Adriatico, un confine fortemente dibattuto: politicamente lo si assegna al canale d’Otranto, ma di fatto si trova tra Santa Maria di Leuca e le coste dell’Albania. Ciò è possibile grazie a un fenomeno quasi unico (condiviso soltanto con Alaska, Grecia e Nuova Zelanda) e studiato dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste: la differente salinità dei due mari impedisce il loro mescolamento e dà luogo a una netta linea di demarcazione e a una diversa colorazione che, appunto dal promontorio di Leuca e in condizioni ottimali, è chiaramente visibile. 

Il punto in cui Mar Ionio e Adriatico si incontrano – foto via Bellavitainpuglia.it

Un mare profondo

In pochi sanno che il mar Ionio, nella sua parte meridionale, raggiunge la profondità di 4000 metri in diversi punti, conquistando la palma di bacino più profondo del Mediterraneo. È anche un mare di transizione, trovandosi proprio al centro dei bacini, per così dire, afro-europeo e mediorientale del mar Mediterraneo. Lo Ionio riceve inoltre le fredde acque dell’atlantico, provenienti dallo stretto di Gibilterra e quelle calde dal canale di Suez, da cui arrivano anche sempre più specie ittiche “aliene”, che spesso entrano in competizione con quelle locali. 

Per la sua particolare posizione, questo mare è percorso da numerose correnti e probabilmente questa peculiarità lo rende tutto sommato un mare pulito, con meno contaminanti e plastiche rispetto, per esempio, al “cugino” Adriatico (anche se, come l’intero Mediterraneo, non è certo risparmiato dall’inquinamento). È probabile che l’unione di queste caratteristiche (correnti, profondità, mescolamento di acque) sia anche il motivo per cui nelle acque del Mar Ionio sono presenti e lo attraversano numerosi cetacei, in primis i capodogli, continuamente avvistati in questo braccio di mare. 

Capodoglio – foto via Canva

Ma lo Ionio è anche altro

Il caldo, la siccità, le guerre, la crisi economica hanno creato nuove strade della disperazione che passano appunto per il Mar Ionio. È ancora vivo nella memoria l’ennesimo naufragio di migranti, che tristemente aumenterà il numero di tragedie spesso troppo in fretta dimenticate. Nuovi popoli fuggono disperatamente da condizioni di vita proibitive e lo fanno ricalcando le rotte percorse da popoli antichi, certo con spirito e motivazioni diverse. Però il mare è sempre lo stesso, ricco di meraviglie ma più inquinato e sfruttato: sicuramente l’unico reale testimone di ciò che sta accadendo. 

Bibliografia
  • Azzolin, A. Arcangeli, I. Campana, R. Crosti, A. Giovannini, M. Paraboschi, M. Ramazio, E. Turano, T. Vlachogianni, A. Zampollo, C. Giacoma Conservazione di tursiops truncatus e stenella coeruleoalba in adriatico e mar ionio Biol. Mar. Mediterr. (2016), 23 (1): 336-340
  • CARLUCCI, F. CAPEZZUTO, L. SION, G. LEMBO, M.T. SPEDICATO, A. TURSI, G. D’ONGHIA   Aree di nursery di specie demersali nel mar Ionio settentrionale Biol. Mar. Mediterr. (2009), 16 (1): 194-196
  • https://www.ilmeteo.net/
  • https://www.viaggiamo.it/ 
  • https://catania.liveuniversity.it/ 
  • https://www.lastampa.it/ 
Autore: Alessandro Desogus
Alessandro è un biologo, lavora all’Università di Cagliari in Igiene Ambientale e collabora a progetti internazionali che riguardano il monitoraggio dei contaminanti in acque costiere e superficiali tramite la metodica del campionamento passivo. Se fosse un animale marino sarebbe un delfino, perché come i cetacei vorrebbe tornare al mare.

Leave a Reply