Le stelle marine sono gli astri del profondo blu: scopriamo insieme le loro straordinarie costellazioni sommerse.
Oggi con Worldrise ci immergiamo alla scoperta di 10 curiosità sulle stelle marine, organismi simbolo dell’estate, da osservare con meraviglia (e non toccare!) all’interno del loro habitat naturale.

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Associazione con le stelle del cielo
Le stelle marine fanno parte della classe Asteroidea e sono un sottogruppo degli echinodermi (phylum Echinodermata), che comprende anche ricci e cetrioli di mare. Ciò che caratterizza ognuno di questi organismi è la presenza, negli individui adulti, della simmetria pentareggiata: il loro corpo è infatti diviso in cinque parti uguali o molto simili fra loro, disposte in maniera concentrica intorno all’asse centrale dell’animale.
Nel caso specifico degli asteroidei, le cinque unità sono chiamate braccia, che si diramano da un disco posto, appunto, nella zona centrale: è dalla particolare conformazione fisica di questi organismi che nasce l’associazione con le stelle del cielo.
A seconda poi della specie, il numero di braccia può variare, arrivando anche a contarne svariate decine, come nel caso di Labidiaster annulatus, una stella che presenta circa 50 braccia.
Habitat e distribuzione geografica
Le aree geografiche in cui vive la stella marina sono moltissime, così come è varia la tipologia di ambienti naturali in cui è possibile trovarla: dai fondali molto profondi (quelli degli oceani soprattutto) alle comuni spiagge, da pochi centimetri a decine di metri di profondità!
È possibile ammirare esemplari di Asteroidea nei fondali sabbiosi, fangosi e rocciosi e, soprattutto, lungo le coste. Ad eccezione di pochi esemplari che vivono nelle acque salmastre, questi organismi sono tipici delle acque marine di tutto il mondo.

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Fuggono la luce!
Una curiosità su questi animali è il loro fototropismo negativo, che si rileva in quasi tutte le specie: le stelle fuggono la luce e, perciò, si possono trovare più facilmente nelle zone d’ombra. Possiedono la particolare capacità di misurare e valutare l’intensità luminosa dell’ambiente circostante grazie a degli organi di senso posti all’apice delle braccia.
Il sistema idraulico delle stelle marine: nel loro corpo scorre…acqua!
Gli asteroidei non presentano una testa vera e propria e il loro sistema nervoso è costituito esclusivamente da una rete in grado di coordinare il movimento delle braccia dell’animale. Ecco perché non si distinguono nettamente una parte anteriore e una posteriore nell’organismo, ma si differenziano due lati: uno orale, in cui si trova la bocca, e uno aborale, dove si trova l’ano. Sulla prima delle due facce sono presenti, inoltre, i solchi ambulacrali, che disegnano ciascun braccio in direzione longitudinale e da cui fuoriescono centinaia e centinaia di piccole ventose, chiamate pedicelli ambulacrali.
Nel caso delle stelle marine si assiste ad un coordinamento interno di canali pieni d’acqua, che formano appunto una rete simile ad un vero sistema idraulico! Questi canali comunicano con l’esterno attraverso i pedicelli che, riempiti d’acqua, si allungano e prendono contatto con il substrato attraverso la piccola ventosa posta alla loro estremità, per poi contrarsi, trascinando la stella nella direzione scelta.

Pedicelli della stella marina
Come e di cosa si alimentano?
La maggior parte delle stelle marine è carnivora e la loro dieta è composta principalmente da bivalvi, gasteropodi, cirripedi e altri invertebrati sessili o poco mobili. Vengono scelte prede che si muovono lentamente e, una volta individuate, la stella si posiziona al di sopra di esse e se ne nutre in modo estremamente peculiare: estroflette lo stomaco (o parte di esso) dalla bocca e avvolge in un solo boccone la preda. Spetta poi agli enzimi digestivi prodotti dallo stomaco sciogliere il cibo, per permetterne una corretta assimilazione. Terminata la digestione, lo stomaco viene nuovamente ritratto all’interno dell’organismo.
Il fenomeno della rigenerazione
Un’altra interessante peculiarità delle stelle marine è che hanno la capacità di rigenerare il proprio corpo e sono in grado di riprodursi sia per via sessuale che per via asessuale.
Mentre la prima modalità è la principale e maggiormente diffusa, la seconda riguarda solo alcune specie: quando questo accade, il corpo si divide in due parti, che si accrescono fino a formare due nuovi individui.
Le stelle del mare sono in grado anche di riformare parti del corpo perse o danneggiate. Come? Analogamente a quanto succede con altri animali sia terrestri sia marini, attraverso il fenomeno della rigenerazione. In alcuni casi riescono addirittura a ricostruire l’intero individuo a partire da un solo braccio!

Foto via myanimals.com
Ermafroditi
Possiamo trovare esemplari di stelle sia maschili sia femminili, ma c’è un’ulteriore simpatica capacità che non tutti conoscono: esse possono cambiare sesso nel corso della loro vita, nascere maschi e poi convertirsi in femmine, o viceversa!
Gli asteroidei possono produrre quindi ovuli e spermatozoi allo stesso tempo e il loro ermafroditismo è stato un grande vantaggio per l’esistenza della specie. Per quale motivo? Perché in questo modo possono procreare senza la necessità di trovare un compagno, attuando una strategia che permette loro di perpetuare la specie in autonomia.
Quante specie esistono?
Esistono moltissimi tipi di stelle marine nel mondo, circa duemila. Alcune sono più diffuse in certe regioni piuttosto che in altre, in base alla specifica distribuzione spaziale. Come detto, esse sono caratterizzate dalla forma stellata del corpo, assunta dalla maggior parte delle specie, ma questi organismi sono estremamente variegati in forme, colori e dimensioni. Esistono stelle di taglia ridotta, altre di notevoli dimensioni, che arrivano sino ad un diametro massimo di circa un metro. Le bellissime colorazioni vistose, rosse, verdi , azzurre o gialle catturano inevitabilmente l’attenzione di chi le nota e conferiscono all’animale un aspetto decorativo.

Specie diverse di stelle marine in forme e colori
Guardare ma non toccare!
E’ proprio la bellezza di questo splendido essere marino che può, paradossalmente, costituire una fonte di pericolo. Le stelle marine sono infatti uno dei primissimi animali che catturano la nostra attenzione sin dall’infanzia: com’è ben noto, è facile incontrarle anche nelle spiagge e, grazie alla loro forma regolare, sono molto semplici da individuare anche per i bimbi più piccoli.
Una cattiva abitudine, purtroppo molto diffusa, è quella di estrarle dall’acqua per osservarle da vicino e fotografarle. Il grande problema è che, a contatto con l’aria, la stella può morire, anche a seguito di una breve emersione, rischiando così di restituire al mare un essere in fin di vita.
Comportamenti di questo tipo non solo sono dannosi per questi esseri viventi, ma costituiscono una minaccia per l’intero ecosistema e, di conseguenza, anche per noi!
Le stelle girasole
L’alterazione dell’ecosistema marino è un fenomeno preoccupante, che può avere conseguenze catastrofiche a livello globale. Un esempio calzante è quello delle particolarissime stelle marine girasole, vittime tra il 2013 e il 2017 di un’epidemia che ne ha uccise oltre il 90% della popolazione mondiale.
Si ritiene che l’impatto dall’agente patogeno che ha colpito queste popolazioni sia stato amplificato dall’innalzamento della temperatura degli oceani. Sono ormai pochi gli esemplari rimasti di queste stelle giganti, che possono raggiungere il metro di diametro e contano tra i 16 e i 24 raggi. Le stelle marine girasole, o Pycnopodia helianthoides, sono state dichiarate “criticamente in via d’estinzione” dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) e dal 2015 un team di ricerca guidato da Jason Hodin ha iniziato ad allevare in cattività stelle marine girasole per scongiurarne l’estinzione. Soltanto una volta cresciute in maniera sufficiente potranno essere restituite alla loro vera ed originaria casa: il mare.

Pycnopodia helianthoides via boydski.com
BIBLIOGRAFIA
- https://www.viaggipersub.it/biologia-marina/stella-marina/
- https://www.elicriso.it/it/animali_regno/asteroidea/
- http://www.isegretidelmare.it/stelle.asp
- https://www.ehabitat.it/2021/05/24/stelle-marine-girasole-rischio-estinzione-rinascita-laboratorio/
Autrice: Laura Pasqui
Laura è geografa, Dottoressa in Gestione e valorizzazione del territorio e in Lettere moderne. Nutre da sempre una grande passione per la natura e il mare. Crede fortemente nell’importanza della divulgazione scientifica e per questo scrive per SeaMag di Worldrise, con l’intento di sensibilizzare le persone alla tutela del patrimonio ambientale. Se fosse un animale marino sarebbe… una bellissima stella marina, per la sua capacità di rigenerarsi anche da una piccola parte del corpo!
Che bel mondo che ci fai scoprire con i tuoi articoli altamente professionali ed interessanti. Grazie Laura, ci rendi ancor più consapevoli della bellezza del Mare e dell’ importanza di salvaguardarlo.
Ho letto con molto interesse questo articolo. Ho appreso cose sulle stelle marine, che non sapevo bene, leggendo piacevolmente e in maniera scorrevole. Con pochi ma chiari punti, ben suddivisi, l’autrice mi ha saputo affascinare sull’ argomento, catturando la mia attenzione dall’inizio alla fine. Mi sento di ringraziare chi, come Laura, si prodiga per informare l’opinione pubblica riguardo questi meravigliosi animali marini, sensibilizzando alla tutela del nostro meraviglioso pianeta, con la sola arma della passione per il mondo sommerso, che trasmette fortemente a chi legge. Bella iniziativa da parte di Worldrise e bravissima all’autrice dell’articolo!
Articolo estremamente interessante
Brava Laura 👏👏👏
Bellissimo! Belle anche le foto. Ricco di particolari su questi bellissimi animali e su come salvaguardarli. Complimenti!