È un uccello ma non vola, ha le ali ma sono trasformate in pinne, vive in mare (anche a bassissime temperature) e si nutre di pesce, di chi si tratta? Ovviamente del pinguino!
Quando si parla di pinguini si fa spesso confusione: questi uccelli marini, infatti, in molti casi vengono definiti mammiferi o, addirittura, pesci e, nonostante la naturale simpatia che suscitano in chi li osserva, le loro caratteristiche peculiari sono ancora sconosciute ai più.
Per questo motivo, Worldrise vi porta alla scoperta di 10 curiosità sul pinguino: tuffiamoci insieme nel loro mare!

Colonia di pinguini in Antartide – Foto di Martin Wettstein via Unsplash
1. Perché i pinguini nuotano e non volano?
Pur facendo parte della classe degli uccelli, nel corso dell’evoluzione i pinguini hanno perso la capacità di volare. L’antenato comune a tutti gli uccelli, infatti, era in grado di volare, ma nel caso dei pinguini le ali si sono trasformate in piccole pinne, per facilitare il nuoto. Anche il loro apparato scheletrico si è modificato per permettere la vita in acqua: questi animali, infatti, non presentano ossa cave, come tutti gli altri uccelli, ma hanno strutture ossee più dense e pesanti, che permettono loro di tuffarsi agevolmente in acqua e compiere immersioni anche a diversi metri di profondità.
2. Quante specie di pinguino conosciamo?
Il pinguino è comparso sulla terra circa 36 milioni di anni fa. Ad oggi sono state identificate 18 specie di pinguino, di cui 12 vivono al Polo Sud, in Antartide, e le altre 6 sono distribuite tra Oceania, Sud America (in particolare in paesi come Cile, Argentina e Isole Falkland), Africa e Isole Galapagos.
3. IL VALIDISSIMO PIUMAGGIO
Come tutti gli uccelli, anche i pinguini hanno il corpo ricoperto di piume ma, nel loro caso, si tratta di un piumaggio molto particolare: la ghiandola dell’uropigio, posta vicino alla coda dell’animale, produce infatti una sorta di “olio” che, spalmato su tutto il piumaggio, lo rende impermeabile, facilitando il nuoto, l’idrodinamismo e lo scivolamento di questo buffo uccello sulle superfici lisce. Questo olio, inoltre, è antigelo e permette al pinguino di sopravvivere anche a temperature che scendono fino a -40°C, come succede al Polo Sud. La capacità anti-congelamento del pinguino è da ispirazione per lo sviluppo di nuove superfici idrofobiche, che potrebbero essere utili per risolvere il problema della formazione di ghiaccio sulle ali degli aerei che volano ad alta quota, risultando più economiche, durature e rispettose dell’ambiente in confronto ai materiali convenzionali.

Dettaglio del piumaggio di un pinguino – Foto di Rod Long via Unsplash
4. Come funziona la muta dei pinguini?
Tra gennaio e marzo, i pinguini effettuano la muta, sostituendo il vecchio piumaggio con quello nuovo. Questo processo dura circa 20 giorni, durante i quali gli animali rimangono sulla terraferma, poiché sprovvisti delle proprietà idrorepellenti e termiche garantite dal piumaggio. (Williams, 1995). Così facendo, i pinguini rimangono a digiuno per molto tempo e ciò comporta una perdita di circa il 50% del loro peso corporeo.
5. I re dei ghiacciai, ma non solo….
La maggior parte delle specie di pinguino vive al Polo Sud, ma il pinguino di Magellano (Spheniscus magellanicus) e il pinguino africano (Spheniscus demersus) si sono adattati a vivere sulle coste del Sud America e in alcune isole dell’Africa sud-occidentale, a temperature elevate comprese tra 20°C e 40°C.
Il pinguino imperatore (Aptenodytes forsteri) e il pinguino reale (Aptenodytes patagonicus), invece, dominano i ghiacci dell’Antartide. Il primo ha un’altezza di oltre 120 centimetri e pesa dai 22 ai 45 chilogrammi, mentre il secondo ha un peso corporeo che varia dagli 11 ai 16 chilogrammi ed è alto circa 90 centimetri.
6. Mamma e papà pinguino lavorano sodo per i loro pulcini
I pinguini depongono le uova e poi le covano per dare alla luce i pulcini. A seconda della specie, un esemplare produce da 1 a 3 uova e, in alcuni casi, il secondo e terzo uovo fungono da “uova di riserva”, nell’eventualità in cui il primo uovo si danneggiasse. I pinguini sono animali monogami, che mantengono stabili le loro coppie per tutta la durata della vita. Il maschio e la femmina si alternano nella cova dell’uovo, mantenendolo sulle zampe, in modo che non sia a contatto diretto con il ghiaccio o con il terreno, e sotto all’addome, ad una temperatura di circa 30°C. Il maschio è il primo ad occuparsi della cova, mentre la femmina compie viaggi di foraggiamento in mare per andare alla ricerca di cibo. Alla schiusa dell’uovo, poi, sarà la mamma ad occuparsi del pulcino nato, fornendogli il nutrimento e le cure necessari per crescere e lasciando al partner il tempo di tornare in mare per fare rifornimento di cibo, dopo lunghi giorni di digiuno.

Foto di Martin Wettstein via Unsplash
7. Cosa mangiano i pinguini?
I pinguini si nutrono principalmente di pesci, crostacei e molluschi. Il loro piatto preferito è il krill, piccoli crostacei abbondanti nelle acque fredde dell’Antartide. Per alimentarsi, i pinguini sfruttano il becco: inghiottiscono il cibo senza masticarlo, poiché privi di denti, e impediscono alla preda afferrata di liberarsi e fuggire grazie alla presenza di numerosi dentelli soffici sulla lingua e il palato.
8. Come comunicano i pinguini?
Un team di biologi e ricercatori italiani ha studiato la comunicazione del pinguino africano, che usa suoni brevi e combinati tra loro per formare significati, in modo simile, anche se non identico, al linguaggio umano.
I dati raccolti dagli studiosi hanno considerato seicento “discorsi” tra pinguini, avvenuti durante la stagione dell’accoppiamento. Nel categorizzare i suoni, le sequenze utilizzate sono risultate, nella maggior parte dei casi, formate da tre “sillabe” diverse per tonalità e lunghezza, combinate poi con altre sillabe più brevi fino a formare “parole” e, addirittura, “frasi” e interi “discorsi”.
9. Quali fattori minacciano i pinguini?
Uno dei pericoli maggiori a cui sono soggetti i pinguini è l’accumulo di metalli pesanti nel piumaggio, fenomeno che si riverserebbe nella catena alimentare e avrebbe degli effetti su tutta la colonia.
Un altro grave problema è quello del cambiamento climatico: i recenti e sempre più numerosi mutamenti a cui è soggetto l’ambiente marino influiscono sull’alimentazione e la migrazione dei pinguini. Le tempeste, per esempio, possono avere effetti sulle colonie, portando all’inondazione o al collasso dei nidi (de Villiers, 2002; Demongin et al., 2010; Boersma e Rebstock, 2014).
Prevedere le risposte delle popolazioni ai cambiamenti climatici è un compito sempre più importante per gli ecologisti, per stabilire strategie di gestione e conservazione (Jenouvrier, 2013; Hinke et al., 2017).
10. Come mai un pinguino ha cambiato colore?
Un fotografo naturalista belga, Yves Adams, ha immortalato un pinguino reale di colore giallo in mezzo a centinaia di altri pinguini. Secondo alcuni studiosi questa particolare pigmentazione del piumaggio potrebbe essere legata a una specifica mutazione genetica e il pinguino giallo, risultando più appariscente, avrebbe difficoltà a mimetizzarsi in acqua, riscontrando anche maggiori problemi nella caccia.
Dopo aver contribuito a far uscire dall’ombra questi animali così particolari e simpatici, ricordiamo tre validi motivi per cui continuare a studiare e proteggere i pinguini:
- sono utili indicatori ambientali, in grado di fornire informazioni sui cambiamenti e sullo stato di salute degli ecosistemi marini;
- agiscono come “specie ombrello”: proteggendo i pinguini, possiamo proteggere i loro ecosistemi;
- sono anche una “specie bandiera”, ovvero un animale carismatico e con cui le persone si identificano, la cui immagine (intesa sempre all’interno del loro habitat naturale e non in cattività) può essere usata per avvicinare il grande pubblico alle tematiche ambientali (Simaika e Samways, 2010).
BIBLIOGRAFIA
- Boersma, P. D. (2008). Penguins as marine sentinels. AIBS Bull. 58, 597–607
- Hinke JT, Polito MJ, Reiss CS, Trivelpiece SG, Trivelpiece WZ (2012) Flexible reproductive timing can buffer reproductive success of Pygoscelis spp. penguins in the Antarctic Peninsula region. Mar Ecol Prog Ser 454:91-104.
- Simaika JP, Samways MJ. Biophilia as a universal ethic for conserving biodiversity. Conserv Biol. 2010 Jun;24(3):903-6. doi: 10.1111/j.1523-1739.2010.01485.x. Epub 2010 Mar 19. PMID: 20337687.
- Silvia Olmastroni (2020). Tracking of marine predators to protect Southern Ocean ecosystems.
- T.D. Williams, S. Rodwell. Annual variation in return rate, mate and nest-site fidelity in breeding gentoo and macaroni penguins. Condor, 94 (1992), pp. 636-645
- https://www.ilmattino.it/pelo_e_contropelo/pinguino_giallo_foto_antartide_adams_ultime_notizie_oggi_1_marzo_2021-5799492.html
Autrice: Francesca Scala
Francesca è laureata in biologia ed ecologia marina a Genova e attualmente lavora come professoressa di scienze, per trasmettere l’amore per il mare alle nuove generazioni. Se fosse un animale marino sarebbe una stenella, vivace ed esuberante ma sempre attaccata a casa, alla famiglia (al proprio gruppo) e alle proprie radici.